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domenica 13 luglio 2014 - 20:39:51

Sugli scioperi UIL delle educatrici dei nidi



asilo_nido_2.jpgMi è stato comunicato che il giorno 25 luglio 2014 la UIL, per conto del personale educativo degli asili nido, ha indetto un secondo sciopero che segue a stretto giro quello del giorno 11 luglio 2014. 
 
Ho cercato nei confronti dei dipendenti comunali di aprire una fase basata sul dialogo e sul confronto rispetto alle problematiche lavorative. Credo che questa impostazione potrà dare risultati rilevanti ed ho già ricevuto qualche ritorno in tal senso. 
 
Con i nidi però la situazione mi si è presentata in maniera molto più complessa. 
 
Nel corso della prima settimana da sindaco, proprio quando ero alle prese con i primi adempimenti e la composizione della giunta, mi è stata comunicata l’indizione del primo sciopero del personale educativo. Non nascondo che ho provato un po’ di stupore: immagino che una nuova amministrazione, qualunque essa sia, anche dal punto di vista tattico di un sindacato, meriti un’apertura di credito che a questo nuovo corso non è stato concesso. 
 
Ho incontrato per due volte la rappresentanza sindacale dei nidi ma purtroppo già a sciopero convocato
 
Nonostante vi siano tante tematiche sul tavolo e un rapporto pregresso difficile, in cui però non eravamo coinvolti, l’oggetto del contendere nell’ultima fase è rappresentato dallo spostamento di 3 giorni di ferie dalla fine di agosto a prima di Natale. 
 
Non è francamente una grande questione.

Però. 
 
Però (i) l’amministrazione, nel rispetto delle regole e dei contratti, ha facoltà di organizzare il calendario dei nidi (che legislativamente non ha nessuna attinenza con quello scolastico) come crede, essendo l’ente che eroga il servizio. Che poi, per contratto, le pause di Natale e Pasqua debbano essere concordate con i rappresentanti dei lavoratori non v’è dubbio alcuno, ma pare anacronistico e sicuramente sproporzionato farlo a colpi di sciopero (qui addirittura 2!), considerata inoltre la pretesa sindacale di ridurre il servizio oltre il limite minimo imposto dalla normativa regionale. 
 
Però (ii) il dialogo presuppone un rapporto che per i due soggetti avvenga alla pari. Se gli incontri avvengono in regime di sciopero è evidente che una delle due parti – l’amministrazione in questo caso – si trovi a dover interloquire in una situazione, se non di ricatto, di inusitata pressione
 
Però (iii) la disponibilità del sindaco, a maggior ragione in caso della proclamazione dello sciopero, non può che essere limitata. Esiste una delegazione trattante che è legittimata a rapportarsi con le rappresentanze sindacali e l’intervento del primo cittadino non può che essere, soprattutto in caso di contesa, un’ultima istanza e non la norma. Un sindaco non può scavalcare chi del suo comune ha facoltà per occuparsi di questi temi. Diverso è il caso di colloqui che avvengono in situazioni canoniche. 
 
Però, infine, vista da uno che fa il sindaco da qualche settimana, se non è la tua amministrazione ad essere la causa scatenante dello sciopero ma pronti-via ti trovi a doverne fronteggiare uno, cogli inevitabilmente il sapore della sfida perché continui a chiederti “Son i 3 giorni di ferie prima di Natale piuttosto che ad agosto la vera causa dello sciopero o questo dispiego di forze è funzionale a battaglie ben più rilevanti che verranno?”. Da amministratore sono tenuto a pormi queste domande. 
 
Pertanto se la volontà della UIL – che non è condivisa appieno dall’RSU dell’ente, mi pare di aver inteso – è quella di proseguire con la via degli scioperi, noi non intendiamo recedere dalla nostra posizione. Se invece la UIL mostrasse un’apertura ad un vero dialogo, riteniamo che si possano gettare le basi per un rapporto proficuo.



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Inserito da Simone Negri in Cesano - Lascia un commento prima dei tuoi amici - Stampa veloce crea pdf di questa news

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