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sabato 18 ottobre 2014 - 14:08:47

A fianco dei lavoratori di Ecare



arredi_e_mobili_call_center_920x375.jpgNella data del 15 ottobre scorso Ecare ha comunicato il licenziamento di 489 dei 509 occupati presso la sede milanese del gruppo che ha sede a Cesano ed è la seconda azienda presente sul territorio.
 
E' ormai da mesi che si discute della situazione dell'azienda anche se recentemente è stato affrontato il tema di circa 150 esuberi che ha trovato ascolto per iniziativa del cons. Onorio Rosati anche presso la IV Commissione - Attività Produttive e Occupazionali della Regione Lombardia, incontro al quale anche io ho partecipato.
 
Già in quell'occasione avevo sottolineato la rilevanza di quei prospettati licenziamenti per il nostro territorio, tra i più poveri della provincia di Milano e con poche possibilità di impiego, soprattutto relazionato all'alta densità abitativa.
 
Inoltre, non va dimenticato che nell'ultimo decennio il settore delle telecomunicazioni e dei cosiddetti call-center ha cambiato vesti: se prima si trattava del classico lavoro poco impegnativo (in termini di ore) per gli studenti universitari, oggi è una professione a tutti gli effetti, in grado di fornire una prospettiva occupazionale stabile a diversi dipendenti. E' il caso questo, di tanti ragazzi che, magari conosciutisi sul luogo di lavoro, poi si sono sposati, hanno acceso un mutuo e comprato casa a Cesano.

Purtroppo questi cambiamenti non sono stati accompagnati dall'attenzione che avrebbero meritato da parte delle istituzioni statali. E' recente la proposta di legge dell'on. Francesco Laforgia - ispirata proprio alla vicenda Ecare che ben conosce - di tutelare gli occupati attraverso un'integrazione dell'articolo 2112 del codice civile che prevede mantenimento dei diritti dei lavoratori in caso di subentro di un nuovo appaltatore.
 
In questo quadro, legato si diceva alla perdita della grossa commessa di Fastweb, si aggiunge il precipitare degli eventi degli ultimi giorni che addirittura prevede la chiusura dell'intera sede cesanese. Catastrofe.
 
Lo scenario è molto più complesso di quello che la contrazione della domanda lascerebbe intendere: sullo sfondo incidono scelte aziendali volte all'abbattimento delle tariffe, all'ottimizzazione dei profitti, a delocalizzazioni in Italia e all'estero mirate all'ottenimento di sovvenzioni e lavoro a basso costo.

E infine, lasciatemelo dire, a logiche che nulla hanno a che vedere con il mercato ma che non si valicano i confini di certuni salotti romani: non a caso il gruppo è controllato dal consigliere comunale dell'Urbe Alfio Marchini ed una quota rilevante è in mano al gruppo Caltagirone.
 
Anche per la profonda convinzione che le dinamiche di mercato siano solo una parte dei problemi di Ecare, come sindaco del comune che ne ospita la sede milanese, mi sono sentito in dovere di perorare la causa dei lavoratori del gruppo impegnati a Cesano e di schierarmi al loro fianco.
 
Il prossimo importante appuntamento, a cui auspico che tutto il territorio risponda, è lo sciopero del 20 ottobre (lunedì) durante il quale, dopo un presidio alle 8 davanti all'azienda, si terrà un corteo fino al comune dove si chiuderà con il ricevimento da parte delle istituzioni locali dei manifestanti.
 
Sono convinto che una grande attivazione a sostegno dei lavoratori Ecare possa portare a significativi ripensamenti da parte dell'azienda. Dobbiamo aggredire il momento.



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Inserito da Simone Negri in Cesano - Lascia un commento prima dei tuoi amici - Stampa veloce crea pdf di questa news

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