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domenica 06 novembre 2016 - 00:27:18

Discorso 4 novembre 2016



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Cari Concittadini,

Rivolgo a Voi tutti un caloroso saluto. Un abbraccio affettuoso ai membri dell’associazione “Combattenti e Reduci” di Cesano Boscone che anche quest’anno hanno collaborato con l’amministrazione nell’organizzare questa importante giornata.

Voglio che sappiate, fuori da ogni retorica, che a me preme celebrare questi momenti.

C’è chi crede che queste ricorrenze richiamino fatti e contesti lontani nel tempo, di cui si è persa la memoria, e rispetto a cui i cittadini non sarebbero più sensibili. Costoro non ne hanno evidentemente a cuore i valori, da ravvivare e aggiornare continuamente, e il senso istituzionale.

Stiamo prendendo una brutta china.

Tutto ciò che è statale, ad ogni livello, viene inteso da un lato come un inefficiente erogatore di servizi, dall’altro come un rigido esattore di tributi, un vessatore. Si sta perdendo il senso pieno della cittadinanza per lasciar posto a un deserto di intransigenti consumatori. Voglio condividere con Voi un episodio di qualche giorno fa. Di fronte allo sforzo e alla richiesta di collaborazione da parte dell’amministrazione sulla raccolta dei rifiuti, un giovane commerciante ha chiesto perché toccherebbe a lui differenziare ed ha invitato il comune ad assumere persone che possano girare per il territorio a separare la spazzatura di tutti. Un caso estremo e locale, certo. Ma emblematico e significativo di una tendenza.

In questo fossato che si è creato tra cittadini e istituzioni, si percepisce quanto si stia perdendo il senso di responsabilità e di appartenenza. E quanto i corpi dello Stato siano sentiti come lontani e obsoleti, quasi dei vuoti involucri rispetto a cui si conduce una vita parallela e senza relazione.


Ne è incredibilmente vittima anche l’Arma dei Carabinieri, che oggi festeggiamo. Di fronte agli svariati problemi legati alla sicurezza che questi militari affrontano senza risparmiarsi, capita che ne siano visti addirittura come la causa. Esiste un “transfer della responsabilità”: di fronte a un reato quanto al piccolo fatterello di poca gravità, nell’immaginario collettivo la colpa viene via-via spostata da chi l’ha compiuto a chi l’avrebbe dovuto impedire o contrastare. E’ lo stesso fenomeno per cui, un sindaco, finisce per essere l’artefice degli atti vandalici che avvengono sul suo territorio.

Invece, proprio oggi e come non l’ho mai fatto - c’è qui il Comandante Scarpitta - ci tengo a ringraziare i carabinieri della loro presenza e del loro prezioso lavoro, tanto sulla strada quanto di indagine. In questi anni stiamo intessendo un rapporto di continua e proficua collaborazione, fatto di stima, attenzione reciproca, coinvolgimento e istantaneo passaggio di informazioni. Siamo articolazioni diverse ma abbiamo ben chiaro che entrambi siamo lo Stato, e se con ruoli differenti, comunque complementari e intrecciati per il perseguimento di un fine comune di giustizia.

Il sentirsi parte, l’essere al servizio, l’equilibrio e l’armonia tra i corpi dello Stato è anche alla base dell’Unità Nazionale, che io non intendo solo in senso geografico. Lo Stato è un organismo. E noi ne siamo le cellule che devono svolgere precipue funzioni.

Rispetto a ciò in queste settimane dobbiamo essere orgogliosi del nostro Paese per come sta affrontando la terribile vicenda dei terremoti del centro Italia. Vedo tanta solidarietà. E vedo anche tanta organizzazione e specializzazione. Tutta la Nazione si è stretta ed attivata per quelle zone tanto stupende quanto sfortunate per effetto della loro infelice collocazione geologica.

Faccio notare che la “rete” che si è cinta di protezione è la stessa rete che fa da dorsale al nostro Paese. Oltre alle autorità centrali, il pensiero corre alla Protezione Civile, all’esercito, al genio civile, alle tante associazioni di volontariato. E ai sindaci di quei luoghi.

Partendo dalla mia personale esperienza di “ordinaria amministrazione” - che vivo in qualsiasi modo fuorché come ordinaria in termini di impegno e cura - penso spesso a come in questo periodo essi debbano sentire cucito su di sé il loro ruolo. 

Qualche giorno fa Giuliano Pisapia, di fronte ai primi cittadini di quelle terre martoriate, ha scritto su Repubblica un passaggio che faccio mio:

E, nel frattempo, ai sindaci — ma, si sa, che il loro è un lavoro duro — tocca anche un altro compito. Siano, come già stanno facendo i portavoce dei loro cittadini, ma siano anche i garanti del rapporto con le altre istituzioni. Nelle decisioni quotidiane, nelle scelte che riguardano il futuro, le istituzioni, a ogni livello, abbiano come punto di riferimento i sindaci di quei paesi che non vogliono morire. E i primi cittadini non consentano che le loro comunità si disperdano.

Proprio per questa idea di sentirsi parte, di essere un nodo di una grande rete, anche noi a Cesano stiamo prendendo contatti con alcuni di quei comuni. Abbiamo deciso di portare il nostro aiuto ad alcuni piccoli centri, magari lontani dai riflettori, ma allo stesso modo feriti dal sisma e bisognosi di sostegno e di speranza. Nei prossimi giorni condivideremo questo bel progetto con la cittadinanza.

In uno di questi comuni, completamente raso al suolo, ad eccezione degli animali degli allevamenti, sono andati via tutti. I 150 abitanti sono stati costretti all’esodo per essere ospitati in alcune località marine delle Marche. 

Ma è rimasto lì, da solo, a collaborare con i soccorsi, il Sindaco, simbolo di una comunità che non vuole morire, che resiste e che intende ripartire. 

E’ l’immagine più nitida e potente che mi sovviene in questo momento su cosa penso sia lo Stato.

A sancire questo legame nazionale tra sindaci, domani presso la Camera dei Deputati il Presidente Laura Boldrini ha invitato 650 primi cittadini, tra cui tutti quelli colpiti dal sisma. Sarà un onore per me rappresentare Cesano nel corso di questa bella manifestazione.

Vi chiedo fin da subito il massimo sostegno per le iniziative che questa amministrazione metterà in campo a favore delle comunità terremotate di Umbria e Marche.

Grazie a tutti della presenza.

W le Forze Armate! W le Istituzioni! W l’Italia.


Discorso tenuto in occasione delle celebrazioni del 4 novembre, 
Cesano Boscone, 6 novembre 2016 



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Inserito da Simone Negri in Cesano - Lascia un commento prima dei tuoi amici - Stampa veloce crea pdf di questa news

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