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mercoledì 30 novembre 2016 - 17:12:58

Nidi: Aumenta il Numero dei Bambini Iscritti



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Si è chiuso da poche ore l’ennesimo consiglio comunale dedicato alla scelta di affidare in concessione i nidi. Una decisione difficile, come già detto in passato, ma che ci ha permesso non solo di dare continuità al servizio ma, possiamo dire oggi, di rilanciarlo per gli anni a venire.
 
Non che non se ne dovesse parlare - anzi -, ma purtroppo la discussione si è da mesi incistata sulla questione delle lavoratrici e mai si è potuto discutere nel merito di come cambieranno i nidi cesanesi e cosa di nuovo hanno da proporre. Non sono mancati ieri sera i consueti eccessi cui parte della minoranza ci ha ormai abituati. A tal proposito resto convinto che la politica debba elaborare progetti alla luce della complessità del reale, discuterne e mai perdere il rispetto per l’altrui punto di vista. Quando invece scendono in campo slogan, strumentalizzazioni e si pensa alle Istituzioni come a una piazza in cui fare gli strilloni, beh… concedetemi un po’ di delusione.

Come in altre vicende, è stato reiterata la strategia del “Al Lupo, al Lupo!” e se possiamo tranquillizzare tutti sul fatto che alla fine comunque il lupo non si presenterà, non possiamo esimerci dal dire che diverse false notizie sono state diffuse ad arte e che queste sono state usate nei mesi scorsi nel tentativo di paralizzare l’attività del consiglio comunale.

E così, ieri sera, dopo aver dimostrato nei mesi scorsi - leggi e conti alla mano - che le educatrici non sarebbero state licenziate, che non sarebbero state trasferite dai nostri nidi, che avremmo integrato lo stipendio base fino a coprire il differenziale, che la scelta della cassa previdenziale sarebbe stata opzionale etc; ieri sera ancora le opposizioni hanno voluto mettere sotto la lente di ingrandimento tutte le questioni, sostanzialmente sindacali, che riguardano il personale trasferito.

Quando presentammo la nuova proposta di gestione, la minoranza ci disse che troppo poco tempo avevano avuto per elaborarne una loro. Ci sta. E’ plausibile: le forze di maggioranza avevano impiegato settimane per poter approfondire la questione e confrontarsi. Passato ormai però più di un semestre da allora, registriamo che non abbiamo ricevuto nuove proposte.
 
Anzi, è riuscita ai rappresentanti della UIL - buon per loro e ci mancherebbe - di riunire dietro a sé un gruppo assai biodiverso, suggellato dall’immagine di un aperitivo conviviale a cui erano presenti a banchettare allegramente un ex sindaco, sostenuto ai tempi anche da Rifondazione Comunista, e gli esponenti locali di Fratelli d’Italia.
 
Con tutto il rispetto che nutro per i sindacati e il loro ruolo, reputo sempre un male che la politica non riesca ad esserne autonoma, soprattutto quando al centro della discussione c’è un servizio complesso come quello dei nidi, in cui è rilevante, ma non ne è l’unico aspetto, la questione lavorativa.
 
In realtà, il 25 maggio, nel corso di un’assemblea del personale emerse, seppur tra le righe, una proposta alternativa alla nostra. Ho la possibilità di riportare tale intervento perché rilanciato poi su alcuni siti della zona:

“Tornando alla relazione tecnica, ad un certo punto si fa riferimento alla decrescita dei bambini/ne da 0 a 3 anni e ai pochi giovani in età procreativa e, quindi, alla volontà del comune di mettere a disposizione tutti i 120 posti di capienza dei due nidi…. Ci domandiamo quale magia potrà fare la cooperativa, farà esplodere improvvisamente la natalità, avremo tante giovani coppie che porteranno nuovi cittadini nella vita del paese??? Mah…Una domanda sorge spontanea, ma se i bambini/ne diminuiscono perché tenere due nidi di cooperativa aperti. A noi sembrerebbe più logico tenerne aperto uno pubblico, pieno e funzionante.”
 
Esplicitando maggiormente il pensiero, secondo tale visione avremmo fatto bene a chiudere un nido mantenendo l’altro pubblico. Con una sola struttura aperta avremmo potuto accogliere 60 bambini, ma a detta delle scriventi questa limitazione sarebbe stata poco rilevante in virtù della nostra demografia.
 
La scelta come sapete fu diversa. 

A noi interessava dare la possibilità a un numero maggiore di famiglie di accedere al servizio. Eravamo convinti che, nonostante il trend negativo delle nascite a Cesano, con un potenziale di circa 800 bambini tra gli 0 e 3 anni sul territorio, saremmo stati in grado di rispondere a una domanda di posti presente nel nostro paese.
 
Oggi, anche se avremmo bisogno di un trend pluriennale per tirare conclusioni più articolate, possiamo dire di aver correttamente analizzato il quadro e di aver risposto a un’esigenza.

Il numero di bimbi al nido, dopo alcuni anni, è tornato ad aumentare. Siamo arrivati a 103 presenze e abbiamo in coda circa 20 ulteriori richieste di iscrizione che gli uffici vaglieranno nelle prossime settimane.
 
Guarda a caso, dopo l’attuazione degli stringenti criteri sul rapporto educatrici:bambini imposti da Regione Lombardia e ASL (su tutti la direttiva 471 del 2013), i numeri dei nidi di Cesano hanno cominciato a contrarsi. Non avessimo assunto la decisione della concessione, oggi avremmo solo 44 posti. Significa che non saremmo stati neanche in grado di riempire un nido ricorrendo al solo nostro personale. E, soprattutto, avremmo potuto inserire solo 6 nuovi bambini.
 
Invece, abbiamo invertito una china pericolosa. Sono molto soddisfatto di ciò.
 
A conti fatti, parrebbe che il vero collo-di-bottiglia fosse rappresentato dal numero sempre più in contrazione del personale al servizio del comune. Va ricordato infatti che negli ultimi due anni siamo riusciti a restare sopra le 80 presenze solo perché in fasce orarie diverse sono state affiancate alle nostre lavoratrici delle educatrici di cooperativa che hanno permesso di mantenere l’ “odioso” rapporto 1 a 7.
 
Aggiungo in chiusura che avendo più bimbi al nido aumenta anche la copertura legata all’ISEE che l’ente deve sostenere. Sulla base di conti preliminari in nostro possesso, l’attuale scenario non mostra eclatanti economie di spesa rispetto alla passata gestione. Di certo, diminuisce per il comune il costo sostenuto per ogni singolo bimbo. Allo stesso tempo, proiettando questi numeri sul 2017, possiamo tranquillamente affermare che nel caso avessimo esternalizzato un solo nido, mantenendo alle nostre dipendenze il personale trasferito, avremmo dovuto impegnare ulteriori risorse per circa 200.000 euro. Dubito che in un quadro come quello attuale ci saremmo riusciti.
 
Ho qui affrontato gli aspetti numerici del nuovo servizio, prossimamente scriverò di come qualitativamente cambia l’offerta.
 
Immagino, in conclusione, che nella scelta del luogo in cui vivere - o in cui fare figli - la disponibilità di servizi rivolti alla prima infanzia ampi e accessibili conti. E Cesano non vuole perdere il treno di un rilancio demografico e del ringiovanimento della popolazione. Ne abbiamo bisogno. Vale più un nido funzionante di tutte le campagne pubblicitarie sulla fertilità degli ultimi mesi.



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Inserito da Simone Negri in Cesano - Lascia un commento prima dei tuoi amici - Stampa veloce crea pdf di questa news

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