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venerdì 16 dicembre 2016 - 17:23:54

Che Recita alla Monaca!



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Ormai ho assistito a più di una recita presso la scuola Monaca dell’ “Istituto da Vinci” e, senza nulla togliere agli altri, si osserva sempre un sforzo senza pari relativamente alle scene, alle coreografie, ai costumi.

In vista del Natale 2016, è stato il primo plesso in cui mi sono recato.

Un bello spettacolo. La qualità e la dedizione cui eravamo già abituati. Molto intrigante e intrecciata la trama: si parte con una famiglia presso un centro commerciale, con i bimbi vibranti per lo spirito natalizio e forse a caccia di un po’ di attenzione da parte degli adulti, e i genitori invece preoccupati a gestire al meglio l’annuale scadenza e incuranti delle esigenze non materiali dei figli. Di colpo l’obiettivo si sposta a 2016 anni fa, focalizzando la Sacra Famiglia. In cerca di un alloggio temporaneo, per trascorrere la notte, Maria e Giuseppe vengono respinti da varie locande e si devono accontentare, al freddo e al gelo, di una grotta.

La narrazione si sviluppa fino ad arrivare alla rappresentazione della scena più impegnativa per i giovani attori: una famiglia africana che sfida gli scafisti e il mare in tempesta ed arriva al largo di Lampedusa, dove viene soccorsa e accolta. Un momento veramente empatico, che più di tanti sermoni ha cucito addosso a ciascun presente il dramma della separazione dai propri cari e di queste esistenze in balia delle onde e degli uomini.

Tra canti natalizi in varie lingue e di varie parti del mondo, lo spettacolo ha avuto termine con il ritorno nel centro commerciale “SuperMonaca” dove i due genitori, impassibili, hanno proseguito con la loro spesa lasciando un filo di speranza rispetto al vero senso del Natale alle parole dei bambini.

Ne scrivo perché, oltre alla maestria e alla teatralità dell’evento - pare ci sia voluto un mese per prepararlo -, mi sono emozionato nel vedere con quanto trasporto i bimbi abbiano messo in scena il viaggio della famiglia di migranti verso le coste italiane. 

E non è stato banale lo scrosciante applauso dei genitori. Non ho sotto mano i numeri, ma a naso credo che il plesso di Monaca sia quello con la più alta percentuale di bimbi stranieri. Una scuola frequentata da piccoli cittadini del quartier Giardino, zona dove vivono molte famiglie in difficoltà economica, e delle vie Vespucci / Colombo, almeno dal punto di vista residenziale tra le più ambite di Cesano. Ho trovato, come sempre, socialità, allegria, calore. Segno che, nonostante i tempi, il modello cosmopolita può funzionare. E testimonianza di quanto sia centrale il ruolo della scuola anche come motore di integrazione. 

Sono ben conscio che tolleranza e amore cristiano non sono la stessa cosa, ma possono rispondere in coro contro i segnali di razzismo diffuso che percepiamo nella nostra società. Di certo è patrimonio del messaggio universale del Natale.




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Inserito da Simone Negri in Cesano - 1 Commento - Stampa veloce crea pdf di questa news

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