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giovedì 15 febbraio 2018 - 10:47:08

ASST via Marzabotto: "per il momento"



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Nel weekend è stato diramato un comunicato stampa, o meglio una rettifica, da parte dell’ASST Rhodense che ha comunicato attraverso le righe del quotidiano Il Giorno che il paventato trasferimento dei servizi presenti in via Marzabotto non avrà luogo.

Viene confermato che si trattava di “un’ipotesi sulla quale si stava ragionando” e che sarebbe stata “più volte verificata, anche in questi giorni” ma che è tramontata perché “non vi sono, al momento, condizioni adeguate per la riorganizzazione e conseguente riallocazione dei servizi”.

Diciamo subito: bene così.

Colpisce un po’ quell’inciso, quel “al momento” tra le due virgole, ma vogliamo tranquillizzare e diciamo che possiamo ritenerci soddisfatti che in una zona così densamente abitata e dove sono presenti in gran numero utenti di quei servizi rimanga un presidio importante come quello fornito dall’ASST.

Restano a mio avviso due questioni sul tappeto.

La prima nella forma. Avevo criticato le modalità con cui i sindaci sono stati informati di queste logiche aziendali dell’ATS. O meglio di come non sono stati informati. Una ASST non è un supermercato che si può spostare in funzione degli spazi e delle analisi di mercato. E’ prima di tutto un ente che eroga servizi ai cittadini, a maggior ragione preziosa perché si rivolge in particolare a chi è fragile. Uno dei limiti della riforma Maroni è l’essere sconnessa dal rapporto con i territori. Per funzionare bene io credo che sia fondamentale una relazione costante. Faccio un esempio che conosco: pensiamo alle vaccinazioni antinfluenzali. Negli scorsi anni le amministrazioni comunali erano quanto meno coinvolte e si sentivano parte della campagna volta a far vaccinare il maggior numero di anziani possibile. Va ricordato che per molte persone su con l’età l’influenza è una causa di morte piuttosto frequente. Quindi è di interesse collettivo che la campagna vaccinale sia vincente. Se accanto all’ASST anche i comuni si mettono a fare informazione, mettono a disposizione spazi e mezzi, è chiaro che si possono ottenere buoni risultati. E’ un po’ il caso di Cesano: non ho in mano i numeri, ma sono quasi certo che gli anni scorsi molti più anziani si siano immunizzati. Avevamo attivato tutti e cercato di coordinare l’iniziativa. Stando a voci che girano tra i dipendenti, in una nota struttura sanitaria della zona sarebbe stato somministrato tra il 20 e il 25% dei vaccini dello scorso anno.

A dimostrazione di quel qualcosa che non funziona nel rapporto tra ASST e amministrazioni comunali è curioso il fatto che anziché dare un ritorno ai sindaci, ASST abbia pensato a rettificare un articolo su un giornale. Guardate che non è banale il punto: è prevalsa in questo caso una preoccupazione di comunicazione piuttosto che il rapporto istituzionale. Per quale motivo? 

Mi han colpito anche alcuni piccoli dettagli… La comunicazione dal punto di vista dei mezzi coinvolti si è limitata quasi esclusivamente al quotidiano Il Giorno. Sarebbe interessante capire come vengono pesate le notizie: il possibile trasferimento dell’ASST, a dispetto di una rilevanza notevole per tutta la zona (come testimoniato dal numero di contatti che ha avuto il mio post su facebook, 9252 a fronte di 55 condivisioni, quasi come quelli sui cuccioli smarriti) non ha avuto grande spazio e la successiva rettifica ha occupato giusto un trafiletto. Non dimentico, peraltro, che proprio da Il Giorno avevo ulteriormente sospettato dell’operazione: in un pezzo di Francesca Santolini si accennava, tra le righe, a un eventuale spostamento e un consigliere di maggioranza - e del quartiere Lavagna - di Corsico chiedeva l’apertura di sportelli in zona. Non è molto che faccio politica, ma quel poco per capire certi meccanismi sì. Ho maliziosamente inteso che se un consigliere chiede l’apertura di alcuni sportelli in una zona è probabilmente perché è preoccupato della chiusura proprio lì di qualcos’altro. Vabbè… non credo che le mie riflessioni destino più interesse della numismatica etrusca.

Tornando alle cose serie. La seconda questione sul tappeto è la presenza di servizi nella “striscia” a nord della Nuova Vigevanese. Non ci ho messo molta fantasia, ma almeno la posso collocare geograficamente. Parlo dei tre grandi quartieri popolari. Sono disposti in continuità uno rispetto all’altro e sono nell’ordine il Lavagna, il Giardino e il Tessera. 

Secondo me, i due comuni coinvolti - noi e Corsico - dovrebbero cominciare a ragionare insieme ma pensando a realizzare dei progetti integrati in un’ottica sovracomunale. Non basta la collaborazione tra i due enti, ma servirebbe una visione molto forte in grado di sottoporre la questione a livello regionale - ad esempio per la forte presenza di Aler - e in qualche ministero. Credo che dovremmo riprogettare insieme l’area e ripensare alla rete dei servizi alla luce di quello che i quartieri sono oggi - non negli anni 50-60 quando sono stati costruiti - e dove vogliamo traghettarli tra 20 anni. Dovremmo cioè creare le premesse per un rilancio sociale e demografico di questa zona, evitando il rischio crescente di ghettizzazione. Penso a logiche comuni su nidi, scuole, magari formazione professionale, presidi socio-sanitari, trasporti. E questo non può che andare di pari passo con una svolta urbanistica: servono idee di riconversione degli spazi non utilizzati - e cominciano a essere tanti -; urge un recupero e un ridisegno del verde che c’è. Chissà che non si possa entrare in quest’ottica prima o poi...




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Inserito da Simone Negri in Programma - Lascia un commento prima dei tuoi amici - Stampa veloce crea pdf di questa news

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