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lunedì 11 giugno 2018 - 13:42:15

Ma la Piscina?



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Quando si parla di piscina a Cesano, si accende sempre qualcosa nella testa di ognuno di noi. Sono sentimenti contrastanti: abbiamo negli occhi ancora il clamoroso fallimento del recente project financing e comunque speriamo di poter avere per il nostro paese una piscina. Forse un giorno… Di fatto, al di là del bel servizio che sicuramente accrescerebbe la qualità della vita del nostro comune, la mancanza di un impianto natatorio è diventata una maledizione da scrollarsi di dosso…

Appena insediati ci siamo trovati a dover gestire questa grana e, condannati a pagare, attraverso una trattativa estenuante siamo riusciti a far addivenire la banca a più miti consigli. Quel 1.650.000 di euro venne letto da molti come un discreto successo benché si trattasse di un oneroso esborso, perchè si partiva dall’esorbitante cifra di 3.800.000 euro per cui era stata sottoscritta una fidejussione a favore della “cordata” Cesano Sport Management.

Come su tutto, ognuno è libero di dire la sua. Meno però di scrivere inesattezze, soprattutto se queste arrivano dai banchi del consiglio comunale: l’ignoranza dei fatti non è ammessa. E si fa brutta figura...

Ho recentemente letto un editoriale del M5S che dice:

“Ricordiamo per inciso che il rudere del cantiere della piscina (...) ci è già costato più di 1.650.000 Euro che stiamo pagando con un mutuo. Aggiungiamo le spese legali già sostenute e questi altri ulteriori 65.000 euro. Siamo già attorno a 1.800.000 euro sperperati malamente.”

Oltre a ricordare che chiunque al nostro posto avrebbe dovuto gestire il decreto ingiuntivo e relative spese legali - anche se non sono sicuro che con chiunque il risultato sarebbe stato il medesimo - è assolutamente falso che il comune sostenga un mutuo per pagare quella cifra.

Vale la pena ricostruire velocemente i fatti. A settembre 2014 eravamo terrorizzati di non rispettare il patto di stabilità per via di tagli ai trasferimenti statali per complessivi 1,2 milioni di euro. Arrivò anche la mazzata del decreto ingiuntivo: per qualche ora ho anche pensato di mollare il colpo. Temevo che gestire il comune con quel quadro economico sarebbe stato un martirio. Non ho mai parlato di dissesto. Tecnicamente non sarebbe stato tale. Ma sicuramente i nostri conti sarebbero entrati “in risonanza”, non saremmo riusciti a fare nulla nei 5 anni e la banca avrebbe addirittura potuto confiscare dei nostri beni. Non credo che avrei resistito a un’onta del genere.

Invece…

Piano-piano abbiamo costruito una strategia. Siamo riusciti conti alla mano a dimostrare alla banca che in quel brutto affare aveva pesanti responsabilità anche lei. E abbiamo sfruttato un tecnicismo per il pagamento. Come?
Proprio in quell’anno si passava al nuovo sistema di contabilità armonizzata per gli enti locali. Preliminarmente all’approvazione del bilancio, dovevamo presentare il riaccertamento straordinario dei residui. Il governo dava la possibilità, solo per quell’esercizio e con la finalità di far emergere le passività, sostanzialmente di coprire quelle cifre “in non più di 30 anni a quote costanti (comma 16 art.3 D.lgs 118). Chiudemmo quindi con un disavanzo tecnico di 1.726.000 euro, che comprendeva gran parte di quanto dovuto alla banca.

Un mutuo dunque? No, affatto. 

Non è previsto nessun interesse e di fatto dobbiamo rimborsare lo stato con comode rate di 57.000 euro all’anno, cifre sostenibili per il nostro bilancio, volte al ripianamento in 30 anni. Si tratta di un piccolo-grande capolavoro del nostro assessore alle finanze, Giuseppe Ursino.

Quanto ai 65.000 euro… si tratta di soldi stanziati, non spesi. Ci serviranno qualora avremo da analizzare un piano economico finanziario e il progetto con gli impianti necessari, soprattutto quelli idraulici. In comune, come comprensibile, non ci sono queste competenze così specifiche e siccome non vogliamo correre rischi preferiamo spendere soldi e tempo in un’accurata analisi della documentazione che ci è stata/verrà presentata. In tal caso, dovremmo conferire degli incarichi a professionisti specializzati.

Se è vero che ancora non abbiamo tutta la documentazione necessaria per valutare la fattibilità della piscina, è vero che è presente un gruppo che è interessato, attraverso lo strumento del leasing finanziario in costruendo, a costruire ex novo l’impianto.

Non abbiamo fretta. Nel 2019 ci saranno le elezioni: in questo caso non mi interessa. Al di là della mia candidatura o meno, non voglio in alcun modo usare tale scadenza per maldestre inaugurazioni o promesse al vento. Con la lezione che abbiamo alle spalle, con umiltà ci proponiamo, se possibile, di chiudere positivamente la vicenda, passando dall’emergenza al rilancio dell’opera. Preferisco spendere un paio di mesi in più per un’analisi accurata e doviziosa di tutto il processo e delle clausole, piuttosto che tagliare un nastro non troppo saldamente ancorato. E chiudere slanciando questo paese verso il futuro.

Per questo nonostante il silenzio di questi mesi, posso garantire che stiamo assiduamente lavorando sulla questione. Se son rose...




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Inserito da Simone Negri in Cesano - Lascia un commento prima dei tuoi amici - Stampa veloce crea pdf di questa news

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