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martedì 23 aprile 2019 - 16:47:19

Essere Presenti: Non Solo sui Social



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La prima volta che mi parlarono di facebook, non credo ne avessi ben inteso l’utilità. Forse la mia prima reazione fu “vabbè, ma a che serve?”. Ho cominciato ad usarlo, anche controvoglia, per la politica. Sono passati più di dieci anni ormai e tutto sommato gli devo qualcosa rispetto alle mie fortune a livello amministrativo, ma non dimentico che il vortice di polemiche in cui sono stato risucchiato per la nota battuta sui marò e tutto il trambusto che ne è seguito. Spero di averne fatto tesoro.

Come per gli altri social, si tratta di strumenti potenti, sempre più seguiti e determinanti, anche nelle campagne elettorali. Ma non sono la realtà. Anzi, soprattutto a livello locale mi rendo conto che spesso i commenti e i trend vanno proprio in direzione opposta di quanto sento parlando con la gente, per la strada.

Sono il primo ad usarli, ripeto. Ne vedo le potenzialità e i limiti. In termini generali, si prestano alle strumentalizzazioni, sono il regno delle fake news, danno voce a tutti - ma proprio a tutti, forse a troppi! (si legga Umberto Eco a proposito) - sovente banalizzano i messaggi e disintermediano i rapporti, favoriscono la critica feroce rispetto alla proposta. Un potpourri di cose che non fa certo bene alla politica e che sicuramente l’ha cambiata.

Continuerò ad usarli, senza troppe fisime, dicendo ciò che penso, senza contare i caratteri.

Trovo però che siano troppi i politici ad ogni livello che esistono ormai solo in questa realtà parallela. Mi è più comprensibile per grossi personaggi nazionali: lì il discorso di legame con il territorio e di radicamento è meno qualificante e necessario, anche se a me piacciono quei parlamentari che, in modo virtuoso, dopo l’elezione continuano a farsi vedere nei collegi che li hanno eletti.

A livello locale invece mi risulta intollerabile.

Eppure siamo pieni di esponenti delle varie forze politiche che a Cesano non vede mai nessuno. A seguirli su facebook sono dei protagonisti assoluti, ma tu stesso sai che esistono perché saltuariamente si presentano in consiglio (se eletti) oppure li si può incontrare al mercato solo ed esclusivamente in questo periodo. 

Prevale il modello Sardone: c’è un problema di qualsiasi genere, mi presento, faccio la foto con aria arrabbiata e le braccia conserte, scrivo #sindacoacasa, e nell’arco di 5 minuti mi sono guadagnato la pagnotta. I problemi chiaramente restano lì immutati, senza nessun contributo fattivo alla loro risoluzione. Il consiglio comunale, come qualsiasi altra occasione, è utile soltanto per alimentare l’ennesima campagna di odio. E che vada a farsi benedire il quadro generale.

Amministrare è diverso.

Richiede presenza. Fisica. Costa fatica e tempo. Bisogna ascoltare ed essere in empatia con la gente, non ritenersi superiori o unti dal Signore e cercare continuamente di mediare, pur alla luce delle proprie convinzioni personali che però, a volte, possono uscire completamente stravolte. Personalmente me lo sono prefissato. Non so se ci sono riuscito sempre, ma questo è stato il mio impegno, assoluto e totalizzante.

Pontificare sul web è semplice. Basta scrivere in maniera convincente. Ma spiegare a un residente che una tua scelta è o sarà utile per lui, lì a pochi metri dal suo passo carraio, magari tra un anno, richiede un’opera di persuasione complicata e lunga. Anche a più riprese e a patto di rivedere almeno in parte le tue posizioni.

Mi è capitato nel corso di questi anni di leggere e partecipare - non ho la puzza sotto il naso - a dibattiti sui social che stravolgevano completamente gli orientamenti che avevo captato per strade (e che erano maggioritari). Spesso a condizionare l’andamento di una discussione sono 3 o 4 personaggi che non conosce nessuno ma che hanno sufficiente tempo per potersi esprimere su tutto, conoscendo in prima persona poco la realtà di cui però hanno tanto da dire. Amo la possibilità di espressione in tutte le sue forme! 

L’aspetto paradossale in questo teatrino è che sovente i nostri politici-troll, quelli che esistono solo sui social e che condividono gli aforismi di wikiquote, vivendo a loro volta poco Cesano, prendano delle cantonate sesquipedali e si accodino con vere e proprie campagne di propaganda - se non di odio - a questi solitari della rete. Il che scatena un meccanismo di polemiche inutili, con un orientamento generale assolutamente diverso da quello espresso dai leoni da tastiera.

Capita infatti a Cesano, come ovunque, che nei principali gruppi dedicati al paese ne emerga un quadro completamente dissonante rispetto a quanto una persona equilibrata possa osservare con i suoi occhi. Pare leggere i bollettini di un paese sotto le bombe a volte, preda del degrado, dell’incuria, in uno stato di paura costante, completamente invivibile. Il classico posto dove non far crescere i propri figli, se non fosse che vanno tutti a scuola nei nostri plessi e questo è ulteriore fonte di malessere e di incontinenza verbale.

Ma la domanda è come può uno pensare di governare con un’immagine così distorta del paese? Affidandosi poi alle bocche di cannone degli annidati commenti dei social… 

La società è fatta di interessi spesso contrastanti e l’unica via a volte è rappresentata dal compromesso. Che ognuno ci metta un pezzetto di suo, per rispetto degli altri e per un’idea complessiva di coesione. Non saremo tutti del tutto soddisfatti, ma almeno avremo fatto tutti un passo avanti. Nella realtà dei social questo è il male, perché l’appiattimento non ti permette di valutare e soppesare la complessità. Schiaccia tutto. Perfino il villaggio dei Puffi sarebbe un modello sociale troppo complicato per il mondo di facebook! 

Inoltre ogni orientamento è legato all’immediato, al massimo godimento delle singole scelte, per i loro risvolti più eclatanti. Chissenefrega se dopo poche settimane questo può dar luogo a conflitti o a difficoltà? Esiste solo il subito e comunque poi ci si può sempre sfogare contro qualsiasi decisione con quella verginità che solo la volatilità della rete è in grado di conferire.

Il dramma sono sempre i nostri politicanti che, pensando di mettere insieme un po’ di questi temi frutto del consenso in rete, credono di poter costruire un programma politico. Alla prova del governo, questi “minestroni” si schiantano contro l’evidenza: una serie continua di provvedimenti pur popolari non è in grado di dare un governo a una città. Semmai è una delle origini del populismo.

In questi termini, non scrivo volendomi presentare come modello alternativo, ma credo più che altro di essere continuamente alla ricerca di un equilibrio tra il lavoro amministrativo e politico (con il primo di gran lunga preponderante sul secondo: è anche un limite mio), la presenza tra la gente e la comunicazione anche attraverso social. Sono tre componenti essenziali, di cui però antepongo le prime due. 

Di poche cose forse posso vantarmi senza timore di smentita, ma di un aspettto del mio operato sono certo: in questi anni sono stato presente e non mi sono mai tirato indietro, spesso anche rispetto ai problemi che sono emersi, e credo di aver dimostrato di essere sul pezzo, con impegno, sempre.



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Inserito da Simone Negri in Cesano - Lascia un commento prima dei tuoi amici - Stampa veloce crea pdf di questa news

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