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martedì 06 maggio 2014 - 08:00:00

La Coalizione di CentroSinistra: un Argine alla Frammentazione



orto_botanico.jpgMai come in questo turno amministrativo si assiste al fenomeno della dispersione elettorale
 
Ai due classici schieramenti, da un paio d'anni si è aggiunto il terzo polo costituito dai grillini e, a livello amministrativo, non c'è comune che non possa disporre di candidati sindaco espressione di qualche lista civica.
 
Per dare qualche numero, sono andato a cercare quanti sono i pretendenti alla poltrona di primo cittadino nei principali comuni del milanese chiamati al voto. Nel più grande, Rozzano, ci sono ben 7 candidati, nella vicina Trezzano addirittura 9, a Pioltello 6 come nella pur piccola Assago (8200 abitanti Forum incluso). Sei è anche il numero di candidati sindaco qui da noi a Cesano.
 
Questo fenomeno potrebbe passare come fatto semplicemente positivo: è innegabile che sia un segnale di attenzione di molti cittadini verso la cosa pubblica che li porta ad impegnarsi in prima persona.
 
Purtroppo non penso sia solo questo. 

Non sto a tediarvi con la crisi di rappresentanza dei partiti che, forse a maggior ragione a livello locale, non riescono ad essere i referenti di ampi settori della popolazione. Sicuramente è tra le prime ragioni della frammentazione a cui assistiamo. 
 
La frammentazione come sintomo della disaffezione. Ma disaffezione dai partiti o dalla politica?

Una prima risposta, quasi automatica, è la disaffezione dai partiti. Si potrebbe argomentare che se fosse un sintomo della disaffezione dalla politica, tutte queste persone non si presenterebbero per incarichi che comunque comportano delle responsabilità.
 
In realtà, temo che si tratti comunque di un atteggiamento di allontanamento dalla politica. Cerco di argomentare.
 
In primis, molte di queste nuove formazioni nascono in risposta e in contrapposizione al mondo dei partiti. Hanno nei temi della trasparenza e della partecipazione i propri cavalli di battaglia, spesso gli unici spunti programmatici. Peccato che di due parole così nobili abbiano una concezione che non corrisponde ai significati classici dei due termini. Infatti per trasparenza si intende una forma di controllo maniacale di quanto fatto mentre si pensa alla partecipazione come una nuova forma di democrazia diretta, nei fatti oggi impraticabile, che vada a sostituirsi al meccanismo della rappresentanza. 
 
Sullo sfondo una completa mancanza di fiducia nella politica: si tratta quasi sempre di un candidarsi contro, non viene detto ma ci si candida per stare all'opposizione. Implicito.
 
Ci si candida. Non si sa bene perché, non avendo chiare proposte da sostenere e magari non essendo neanche particolarmente legato al posto in cui si vorrebbe far politica, avendo vissuto quasi sempre altrove.
 
Siamo al "fai-da-te": l'illusione è di poter amministrare una città come si pittura una staccionata in giardino, si pensa di poter far emergere le proprie capacità invocando competenze che non si hanno; l'esperienza non serve, tanto lo si farà sicuramente meglio dei professionisti (sempre ammesso che sia una categoria pienamente contemplata a livello locale). L'ormai consueta fiera dell'individualismo. E soprattutto: lo si fa da soli!
 
Spesso i programmi di queste liste sono basilari, vagamente qualunquisti, senza particolari riferimenti al comune in cui ci si candida. Sono sovrapponibili ad altri, forse per banalità, ma necessariamente la lista deve correre da sola. Non c'è possibilità di coalizzarsi, anzi di inciuciare. 

Si predica il nulla, ma non lo si vuole condividere con nessuno. 
 
E' così che spunti programmatici insignificanti diventano esclusivi in un contesto di programmi vuoti e non ben argomentati.
 
Spesso a dire il vero non ci si confronta neanche sulle basi programmatiche ma si decide di correre da soli a prescindere. Non importa che le idee siano assolutamente assimilabili a quelle degli altri gruppi. 

Non ci si confronta, non si cercano intese, non si parla, si rifugge la pluralità. In soldoni, non è far politica. 
 
Sono tentativi assolutamente velleitari: alla fine, salvo qualche rarissima eccezioni, si racimolano poche centinaia di voti. In queste condizioni, soprattutto in virtù della riduzione del numero dei consiglieri comunali, solo pochissime liste entreranno in consiglio comunale. Gli altri completamente tagliati fuori. 
 
Per chi vota è il modo peggiore di vanificare il proprio voto, avendo preferito un candidato a un altro, magari esclusivamente (non è poco, ci mancherebbe) sulla base di un solido rapporto personale.
 
Molti si infrangeranno sulla rigida soglia di sbarramento. I numeri parlano chiaro: una lista che corre da sola a Cesano necessita di quasi 1000 voti per poter entrare in consiglio comunale. Si tenga presente che il PD, che rappresenta solitamente intorno al 30% dei votanti, si aggira poco sopra ai 3000 voti.
 
Purtroppo, però, in giro per il paese si nota che questo approccio lascia strascichi. Gli schieramenti diventano elemento di divisione anche in realtà e gruppi coesi. Nulla di trascendentale, auspicabilmente. 
 
Ma se l'obiettivo è creare convergenza e sintonia coinvolgendo il maggior numero di cittadini possibile per affrontare questioni che ci coinvolgono tutti, trovando sintesi comuni tra posizioni diverse, è assurdo che la politica diventi in questa fase elemento di divisione proprio in gruppi solitamente omogenei.
 
Da questa confusione spero si distingua la coalizione di centrosinistra. E' ripartita sostanzialmente da zero, avendo PD e IdV affrontato le primarie per la scelta del candidato sindaco.
 
Quella delle primarie è una distruzione creatrice. Quando le si fa, succede qualcosa, inutile negarlo. A Cesano sono state un'eruzione vulcanica. Sotto quello strato di lava, traendo forza dalla spinta di un forte rinnovamento, sta germogliando un nuovo corso. 

E' nata una nuova coalizione: abbiamo perso qualcosina che non riesce a sganciarsi dai vecchi binari, ma abbiamo ritrovato alcuni importanti compagni di viaggio e abbiamo allargato a giovani protagonisti la vita politica cesanese.

E' il programma il nostro punto di incontro: l'abbiamo costruito e condiviso insieme. Parte dalla complessità e cerca di costruire una sintesi. Ha l'ambizione di fornire una visione perimetrale di ciò che vogliamo realizzare a Cesano. Sono proposte organiche e non vaghe che parlano ai cesanesi dell'oggi e nutrono l'ambizione di preparare il domani. 
 
Se saremo chiamati a governare, nei prossimi anni ci muoveremo entro i confini ivi riportati, anche se legati alle difficoltà e ai cambiamenti del quotidiano amministrare. 
 
E' il programma il nostro collante, lo strumento con cui cerchiamo fin da subito di rivolgerci alla maggioranza dei cittadini cesanesi.
 
Mentre tutti si dividono, noi aggreghiamo! 

Per me è un valore aggiunto.
 



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Inserito da Simone Negri in Programma - Lascia un commento prima dei tuoi amici - Stampa veloce crea pdf di questa news

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