News: Discorso per la Festa della Repubblica - 2 giugno 2016
(Categoria: Cesano)
Inviato da Simone Negri
giovedì 02 giugno 2016 - 17:18:33


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Un caldo saluto alle Autorità Civili e Militari e un sentito ringraziamento ai ragazzi dell’orchestra dell’Istituto Alessandrini grazie alla quale, a partire dallo scorso anno, abbiamo reso più radiosa questa importante celebrazione.

Si ricorda questa giornata perché esattamente 70 anni fa, per la prima volta, si tenne la prima votazione a suffragio universale in Italia. Votarono tutti e soprattutto ricordiamo il primo voto delle donne.

A tal proposito permettetemi una parentesi per dire che i tremendi femminicidi cui assistiamo frequentemente ci dimostrano che la strada verso una piena emancipazione femminile, benché scritta nelle norme, è ancora troppo lunga.

Settanta anni fa nacque la Repubblica.

Attraverso la successiva stesura della Costituzione con incredibile lungimiranza si posero le basi per lo sviluppo civile, economico e democratico dell’Italia Liberata dal Fascismo.

Oltre ad avere nel voto una diretta manifestazione dell’uguaglianza di tutti i cittadini italiani al cospetto della legge, la Repubblica alimentava i meccanismi di rappresentanza democratica sulla base di una reale separazione dei poteri e sul bilanciamento delle diverse Istituzioni.



L’azione dei diversi corpi dello Stato è positiva se tra loro esiste un equilibrio e se il loro operato resta sempre controllato e criticabile, anche dalla pluralità di voci della stampa.

Il vostro concerto di ieri sera, ragazzi, è stato un grande successo perché sicuramente avete allevato il vostro talento musicale grazie a degli straordinari insegnanti. Ma pure, non dimentichiamocelo, perché suonando insieme avete creato armonia. Ha vinto l’insieme, senza stonature.

Così deve avvenire anche nella Repubblica.

Il rispetto delle Istituzioni non significa rispettare l’immagine del singolo corpo dello stato ma pure avere chiaro che tra essi si deve mantenere il delicato equilibrio e l’operato di questi deve essere valorizzato nel contesto delle relazioni tra loro.
 
In una Repubblica moderna e stabile non si può prescindere da una coralità istituzionale

Abbiamo esempi fin troppo chiari di come sia stato offeso questo principio, con visioni che ne privilegiano una sulle altre - come un pericoloso militarismo - o pure con storpiature che le vedono addirittura in contrapposizione, a tal riguardo basti pensare a chi intende perennemente la politica in conflitto con la giustizia, parteggiando insensatamente vuoi per l’una vuoi per l’altra.

Inoltre, le Istituzioni non sono freddi ingranaggi ma strumenti necessari per perseguire gli obiettivi della Nazione.

Nel suo discorso di ieri sera a chiusura del concerto, il Presidente Mattarella ha sottolineato con forza un concetto che mi ha colpito: “questi momenti sono volti non a celebrare ma a riaffermare i valori e i principi che sono alla base della nostra Repubblica. Furono una scelta 70 anni fa, sono oggi dei criteri di comportamento, obiettivi da perseguire”. Parlava di libertà, di uguale dignità della persona, della solidarietà.

Per poterlo fare, abbiamo bisogno di uno Stato che funziona. A tutti i livelli.

Da questo punto di vista ci deve preoccupare la situazione dei comuni. Sappiamo che negli ultimi decenni l’Italia è stata travolta da diversi scandali ma che lo smottante terreno istituzionale ha resistito anche grazie al saldo e diffuso capillizio delle nostre profonde radici comunali. 

Mentre il Palazzo romano veniva colpito dall’ennesima tempesta giudiziaria e tremava, il disorientato cittadino poteva trovare comunque delle risposte ai suoi problemi a livello locale. Quasi un rifugio. E questo ha contribuito grandemente alla tenuta del nostro Paese.

Oggi però i comuni sono in difficoltà. Sono isolati, dato che è sempre più rarefatta la rete istituzionale in cui si muovono. Penso alla scomparsa delle province e al difficile rodaggio delle Città Metropolitane, alla transizione lombarda delle ASL, alla situazione complessa della nostra stessa regione.

I Comuni vengono da anni di rilevanti difficoltà economiche, dalla barriera del patto di stabilità e affrontano oggi una stagione di continuo adeguamento normativo che rallenta ancora di più i ridotti interventi che si riescono a compiere. 

In crisi è anche la figura del Sindaco, soprattutto per il risalto che è stato dato ad alcuni recenti casi di mal operato. Giusto quando riconducibili a condotte concussorie, alla corruttela, e addiruttura a rapporti con la criminalità organizzata. Ma non tutti gli avvisi di garanzia si riferiscono a fatti gravi ed eclatanti. A volte nascondono semplici errori che vanno affrontati e puniti come tali. Abbiamo circa 8000 comuni in Italia. Penso si possa entrare nell’ottica che ogni tanto - ripeto, fuori dal contesto di condotte illecite quali quelle riportate sopra - si possa sbagliare.

Tutto ciò ha comportato una perdita di credibilità complessiva agli occhi del cittadino. 

Vedo un grosso pericolo nel nostro Paese. Il filosofo greco Polibio studiava l’evoluzione dei sistemi politici, con particolare riferimento a quello romano, e osservava che dalla rarefazione delle componenti della Repubblica nasce l’ocloclazia.

Non vi spaventate ragazzi!

L’oclocrazia è una forma di governo in cui le decisioni sono prese dalle masse. Ha un’accezione negativa perché produrrebbe leggi alla rinfusa, incoerenti, malsane per lo stesso popolo che le ha emanate. Sempre secondo Polibio, questa situazione lascerebbe spazio al populismo e alla demagogia che scivolerebbero in seguito in dittatura.

Siamo ancora lontani, ma nella nostra società abbiamo i sintomi di queste tendenze. Il mio timore è che dietro al sogno della democrazia diretta, non rappresentativa, deistituzionalizzata che promettono molti, si celino proprio questi enormi rischi.

E allora dobbiamo ribellarci a questa visione e scongiurarla con il nostro operato quotidiano. C’è la necessità di un maggiore sostegno rivolto a noi dallo Stato centrale, ma è vero che noi pure dobbiamo fare la nostra parte.

Per quanto di nostra competenza dobbiamo mettere in campo un inusitato impegno per far sì che le nostre realtà crescano dal punto di vista della vivibilità e della coesione sociale. 

Dobbiamo dimostrare che anche se a piccoli passi è stata comunque imboccata senza ritorno la strada del progresso e del miglioramento delle condizioni di vita per tutti. Dobbiamo far sì che i cittadini riconoscano nelle istituzioni gli strumenti che permettono un benessere diffuso, che stimolano l’affermazione personale e che continuamente garantiscono la loro libertà.

Un sentito grazie

W l’Italia!
W la Repubblica!

L'immagine di copertina è stata presa dal profilo FB di Comitato Genitori Scuole Cesano Boscone



Questa news proviene da Simone Negri Sindaco di Cesano Boscone
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