News: Bilancio di Previsione 2017: la rotta
(Categoria: Cesano)
Inviato da Simone Negri
domenica 12 marzo 2017 - 16:11:28


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Osservando Cesano nell’ultimo anno e mezzo si può vedere che qualcosa è ripartito sul fronte degli investimenti pubblici. Ci siamo concentrati soprattutto sull’edilizia scolastica, mettendo mano significativamente a quasi tutti i plessi scolastici (Dante Alighieri, Matteotti, Saragat, Leonardo da Vinci) mentre su altri abbiamo riqualificato le palestre e realizzato l’aula di musica (Alessandrini) e cambiato i sanitari (Infanzia Acacie). Abbiamo inoltre riasfaltato diverse vie (buone ultima via Pogliani) e qualche marciapiede. Detto ciò, è altrettanto evidente che il lavoro che abbiamo di fronte è enorme (ci provo sempre… per un breve sunto di quanto nei primi due anni potete leggere i resoconti 1 e 2). 

Cesano è passata in pieno dalla morsa del patto di stabilità che tra gli anni 2010 e 2015 ha bloccato gli investimenti pubblici e possiamo affermare con buona approssimazione che oggi quel “buco” nella manutenzione del patrimonio pubblico pesa. Gli interventi ordinari, che negli anni pre-crisi erano sufficienti per mantenere il comune in ordine oggi sono solo dei tamponi. Da questo punto di vista l’orizzonte si sta schiarendo e occorrerà qualche anno per tornare a regime.

Grazie agli sforzi nella revisione della spesa e al superamento del patto di stabilità per come l’avevamo conosciuto (e questo è merito del governo Renzi), nel bilancio 2016 - per la prima volta da quando amministriamo - abbiamo avuto a disposizione 2.5 milioni di euro da destinare alle spese in conto capitale.



Era aprile. Avevamo approvato un bilancio ricco di investimenti. Il primo entusiasta ero io perché mi ero convinto che veramente avremmo potuto cominciare a lasciare il segno. A conti fatti, e nonostante una buona parte dei lavori svolti, non mi posso dire pienamento soddisfatto. Di quella somma, infatti, opere per un valore di circa 800.000 euro sono ancora da realizzare. Un po’ ha pesato l’inesperienza e la convinzione che una volta stanziato a bilancio un budget di lì a poco si vedano i frutti sul territorio. Con il senno di poi, forse, avevamo messo veramente troppa carne al fuoco. Per la prima volta ci siamo trovati nella condizione che ad essere limitanti non erano più le risorse ma la fase di progettazione e successivo affidamento dei lavori. Nulla di irrecuperabile - i lavori stanno partendo adesso - ma dobbiamo fare autocritica su questo.

Gli uffici coinvolti hanno vissuto la parte centrale del 2016 in apnea. Un po’ perché la netta riduzione del personale nel corso degli anni ci ha lasciato così poche figure tecniche che quasi tutti i progetti necessariamente passano dalla stessa matita. Un po’ e soprattutto perché nella data fatidica del 18 aprile scorso è stata approvata la legge 50, il temutissimo nuovo codice degli appalti (e questo è un errore del governo Renzi, se non nei fini almeno nelle modalità e negli effetti).

Vale la pena fare un inciso anche perché rende l’idea di quanto sia oggi difficile amministrare. In sostanza all’indomani dell’approvazione del bilancio di previsione 2016 i comuni italiani si sono trovati a dover fare i conti con regole in molti casi assolutamente nuove nella gestione delle gare. Corsi su corsi per interpretare al meglio, senza assumersi rischi, le nuove norme. E’ poi emerso che nel nuovo codice erano presenti 181 errori su 220 articoli. Il risultato? Il blocco degli investimenti pubblici.
I numeri sono impietosi. Si pensava che il superamento del patto di stabilità potesse avere effetti positivi sul PIL nell’ordine addirittura di mezzo punto (in più) grazie ai nuovi spazi finanziari messi a disposizione soprattutto dei comuni. In realtà, la parte del prodotto interno lordo legato agli investimenti pubblici è calata addirittura dello 0.4% rispetto al già pessimo 2015. Gli importi complessivi, secondo l’associazione dei costruttori edili, si sono ridotti del 38% (di cui 36.9% opere tra 1-5 milioni). Fatidici i primi mesi. A maggio addirittura le opere pubbliche hanno subito una battuta d’arresto del 71% rispetto all’anno precedente. Quasi sempre, le opere si fanno nella stagione calda, d’estate. E così il 2016 non si è più ripreso. Se pensate brevemente a quanti potenziali posti di lavoro sono andati in fumo… mah!
 
Quel periodo di incertezza è stato chiaramente una mazzata anche per noi. Perdendo due mesi strategici, abbiamo visto slittare lavori (o parte di questi) per quei famosi 800.000 euro  al 2017. E’ il caso del completamento del centro storico (che quantomeno sarebbe dovuto partire), della riqualificazione delle aree cani, della maggior parte degli interventi su strade e marciapiedi, della ristrutturazione dei vialetti del parco Pertini, dell’ambulatorio medico al quartier Tessera. Discorso a parte merita il centro sportivo Cereda per il quale abbiamo presentato un progetto al relativo bando regionale ed abbiamo ottenuto un finanziamento di 214.000 euro. Sempre nel bilancio 2016 erano previsti 200.000 euro per il bilancio partecipativo che in realtà verranno impiegati quest’anno. Pur se non rappresentano un costo vivo a bilancio, è slittata anche buona parte delle interessanti migliorie previste dall’appalto del verde (aree via don Sturzo, via Vespucci/Salvo d’Acquisto, parco di via Italia e rotonda via Milano/via Isonzo).
 
Ad ogni modo, queste opere stanno partendo in queste settimane e verranno affiancate dal grande investimento sul nuovo impianto di illuminazione pubblica (2.4 milioni di euro) che ci accompagnerà anche nel 2018 e che probabilmente sarà l’opera di maggiore entità prevista nel corso di questo mandato. Il bilancio, non lo dimentico, accenna anche alla possibilità che vengano realizzate due nuove strutture, il centro polifunzionale di via Gobetti e la piscina. Nel primo caso si tratta della riqualificazione dell’area della scuola elementare e dell’ex Enaip: ormai nel dicembre 2015 partecipammo al bando destinato alle “aree urbane degradate” attraverso cui chiedemmo un contributo di 2 milioni di euro per rivisitare l’intera area. Nel secondo abbiamo lanciato un avviso pubblico volto alla ricerca di promotori per il rilancio dell’abbandonata piscina comunale. E’ chiaro che senza un contributo esterno (del Ministero e di un privato, rispettivamente) queste opere non potranno spiccare il volo.
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Negli scorsi giorni si è discusso il fatto che alcuni di questi investimenti saranno finanziati da mutui. Credo si tratti di una polemica facilmente smentibile con alcuni dati di realtà. A tal proposito, ci tengo a ricordare quali sono le possibili fonti a cui un comune può attingere per finanziare spese in conto capitale. Parliamo nello specifico di proventi da alienazioni, da concessioni edilizie, avanzo e appunto mutui. Nel nostro caso, va ricordato che in questo momento non abbiamo aree da vendere, l’edilizia è ferma e conseguentemente gli oneri rappresentano un’entrata di scarso peso di questo bilancio (2016: 170.000 euro a fronte della previsione di 1.100.000 euro). Pur applicando una buona fetta dell’avanzo, la domanda che si pone è: senza queste entrate blocchiamo le opere sul territorio? Lasciamo agire indisturbata l’incuria? Interveniamo su una piccola parte di ciò su cui c’è bisogno? La risposta è no perché credo che mai come oggi, come scrivevo sopra, ci sia l’esigenza di recuperare il tempo perso nella manutenzione del territorio. E allora, considerate le possibilità di un bilancio come il nostro, l’unica via è il mutuo.
C’è da preoccuparsi per il ricorso a questi strumenti? La situazione rischia di sfuggire di mano? In questo i numeri possono spiegare più delle parole. Innanzitutto l’indebitamento rispetto al 2014 è calato di oltre 1.5 milioni di euro (2014: 16.618.000 / 2016: 14.946.000 euro). Inoltre per evitare che gli enti locali abusino del ricorso a prestiti, per legge (art.204 del TUEL) esiste una soglia limite sugli interessi passivi. Questi non possono superare il 10% delle entrate correnti. Nel caso di Cesano siamo fermi al 3.53% (735.000 : 20.830.000 euro). Possiamo quindi affermare che, pur con la consueta attenzione, siamo nelle condizioni di impiegare questi strumenti serenamente.
Bisogna anche considerare che ricorriamo al mutuo - considerate anche gli attuali tassi di interesse - per “opere calde”, opere cioè la cui realizzazione comporta degli incassi (o dei risparmi tali) da sostenere agevolmente le rate da corrispondere all’istituto di credito. E’ il caso del parcheggio del centro storico (entrate superiori ai 70.000 euro all’anno) e dell’illuminazione pubblica, da cui prevediamo una bolletta più leggera di almeno 100.000 euro all’anno.
 
Voglio però anche ribaltare il discorso: nessuno se n’è accorto, ma abbiamo un bilancio  che ormai si è affrancato dall’impiego degli oneri di urbanizzazione. Almeno dal 2013 non applichiamo infatti oneri per la spesa corrente. Significa che il bilancio del comune di Cesano Boscone regge senza dover ricorrere necessariamente alle entrate legate all’edilizia. In termini di sostenibilità, economica ed ambientale, questa è una grande notizia ed era uno degli obiettivi strategici del mandato. Certo, non ti fa vincere le elezioni ma quantomeno hai la consapevolezza di lasciare a chi ti succederà una situazione ordinata.



Questa news proviene da Simone Negri Sindaco di Cesano Boscone
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