News: L'Islam e le Sfide della Società Moderna
(Categoria: Cesano)
Inviato da Simone Negri
domenica 28 ottobre 2018 - 17:33:49


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"Dare serenità alle nostre comunità" a questo mi esortava Sergio Daniel, ex sindaco di Varedo e autore della prefazione del libro “L’Islam nelle sfide della società moderna” di Mahmoud Asfa, presentato ieri a Cesano dall'Azione Cattolica, guidata dall'avv. Antonio Delcoco.

Secondo Asfa, architetto giordano da anni in Italia e ambrogino d'oro per la sua attività di dialogo e integrazione, gli occidentali e gli italiani conoscono poco l'Islam - prova ne é il bassissimo numero di testi in italiano - ed è passata l'equazione per cui questa religione coincida con il terrorismo, con i diritti negati alle donne e di un mondo che si vuole bloccato. La stessa parola "jahad" non ha valore per l'Islam e letteralmente significherebbe sforzo, non guerra santa o guerriglia.

In realtà l'Islam é una religione imperniata su una visione di dialogo, moderazione, e che secondo l'autore ha una forte matrice mediterranea. Asfa sostiene che stando al Corano, sarebbero riconosciute e rispettate le altre religioni e che non ci sarebbero problemi rispetto alla laicità dello stato. Su questo, ha ricordato che esistono tante dittature nel mondo musulmano, la principale delle quali é l'Arabia Saudita, ma esistono anche paesi cosmopoliti come il Libano dove esistono ben 17 credi diversi.



Fondatore della Casa della cultura Islamica di Milano, di cui é presidente, Asfa ha rivolto un duro attacco al mondo arabo per la situazione di arretratezza culturale, sociale e politica in cui é mantenuto dai vari tiranni dell'area e dalle grandi potenze, che lo usano come terreno per i loro sanguinosi conflitti.

Ho scoperto dalle sue parole che la religione islamica ha come pilastro l'innovazione e che questa é codificata come un processo necessario attraverso l'interpretazione del Corano, ad opera degli "scienziati" (noi li chiameremmo teologici) di 4 scuole riconosciute. Spesso il problema nasce dal conflitto tra queste figure e i vari governi del mondo islamico, che non accettano il cambiamento e che perseguitano alcuni di questi teologi o pretendono di poterli nominare.

Ho trovato molto interessante quanto ci ha raccontato rispetto all'immagine positiva che l'Italia vanta proprio in quei paesi, unico forse tra i grandi stati europei, per non aver avuto un rilevante passato coloniale e per essere al centro del Mediterraneo e quindi individuata storicamente come terra di scambi e di apertura al mondo arabo. A suo dire, dal punto di vista politico, abbiamo abdicato a un ruolo che in passato i nostri governanti avevano assunto (penso anche solo ad Andreotti e Craxi) e che potremmo ancora svolgere con molta più credibilità di altri.

Asfa ha anche toccato il grande tema delle seconde generazioni, sottolineando come questi ragazzi si sentano molto più italiani che arabi, avendo frequentato le scuole qua, vissuto qua, parlando meglio l'italiano che l'arabo (lo stesso Asfa si è detto contrario alle scuole in lingua araba nel nostro Paese) ma che non si sentono riconosciuta questa nazionalità dal Paese in cui sono nati. Ritiene che questo un elemento di esclusione anche se vede molto lontane le derive delle banlieu paragine.

Troppo poco per poter esprimere un giudizio personale sul mondo islamico, ma di certo ho tratto alcuni elementi, ossia che esiste un Islam moderato; che noi occidentali guardiamo l'Islam in maniera troppo semplicistica, non riconoscendo e rispettando le peculiarità e le complessità di quella galassia; che giudichiamo milioni di persone per la loro religione, quando probabilmente della religione non sappiamo pressoché nulla ma la associamo ad usi e costumi, all'arretratezza e alle estreme manifestazioni politiche e terroristiche di cui sentiamo parlare.

Di certo viviamo in un mondo di tensioni e conflitti, dove pare che le diversità non abbiano possibilità di incontro. Ma gli uomini devono vivere insieme e in pace: per questo sono preziosi i costruttori di ponti, che sappiano individuare e definire il campo di incontro e dialogo tra diversi. 

Da sindaco raccolgo l'invito dell'ex collega e aggiungo che fino a qualche tempo fa parlare di coesione sociale significava fare della gran retorica. Oggi invece è un preciso programma politico. E pure in controtendenza.




Questa news proviene da Simone Negri Sindaco di Cesano Boscone
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