News: Piscina: Perché Sarà un'Altra Storia
(Categoria: Cesano)
Inviato da Simone Negri
giovedì 13 dicembre 2018 - 23:53:19


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La notizia di un possibile rilancio della piscina comunale ha scatenato un vivace dibattito nella comunità cesanese e credo che il fenomeno sia assolutamente comprensibile, vista l’attesa ormai storica dell’impianto - se ne parla dagli anni ‘70 - ed il clamore del naufragio del noto project financing di qualche anno fa. E’ evidente che il tema sia entrato con violenza anche nell’agenda politica e che i partiti cerchino di cavalcarlo per i rispettivi interessi. Rispetto al destino di quell’area e sull’opportunità o meno di pensare ad un impianto natatorio, ad oggi, è nota solo la nostra posizione: nessuna delle minoranze ha espresso una visione chiara nel merito ma credo che, anche in vista delle elezioni, qualcosa dovranno dire ai cittadini. 

In questa fase, piuttosto che rincorrere polemiche o scadere nei tecnicismi, a me interessa principalmente spiegare perché abbiamo fondati motivi per pensare che siamo di fronte a una storia completamente diversa rispetto a quella che ci lasciamo alle spalle e che il comune corre rischi minimi e assolutamente gestibili diversamente dal quel percorso che ci fece sprofondare nelle pastoie del decreto ingiuntivo da 3.800.000 euro (poi transato a 1.650.000 euro).



Presenterò schematicamente una serie di punti.

Normativa. Indipendentemente da noi e da chi c’era prima di noi, nel corso di questi 15 anni è completamente cambiato il quadro normativo. E’ un fatto. La pietra miliare è rappresentata dal codice dei contratti (Dlgs 50/2016) che per la prima volta ha trattato in maniera organica il tema del Partenariato Pubblico Privato (PPP) recependo la ricca normativa europea in materia che è molto più stringente e tutelante nei confronti delle pubbliche amministrazioni che commissionano opere di questa natura. Infatti, vengono definiti i principali rischi legati alle diverse operazioni (costruzione, domanda, disponibilità…), si disciplina l’effettivo trasferimento di questi in capo all’operatore privato e si pone attenzione anche su tutta la fase istruttoria, con particolare attenzione alla sostenibilità economico-finanziaria, all’analisi della domanda e dell’offerta, oltre che ad una valutazione della convenienza (è più profittevole un PPP o un appalto tradizionale?). In altre parole, per quanto sopra espresso, non sarebbe più configurabile un’operazione come quella passata, che prevedeva una fidejussione a completa garanzia delle opere da realizzare.

La formula. I nostri ragionamenti iniziali sul rilancio della piscina ruotavano tutti sulla preoccupazione di voler mettere al riparo l’ente dai possibili sviluppi negativi che abbiamo già vissuto. Grazie ad esperti, abbiamo quindi individuato nel Leasing Immobiliare in Costruendo lo strumento più consono all’operazione, in virtù della nostra storia pregressa. Attraverso il leasing il comune comincerà a pagare quanto dovuto solo ad opera finita e collaudata, per usare un’espressione popolare, “a chiavi in mano”. Nel disgraziato caso in cui il promotore non dovesse riuscire a completare l’opera, a nessun titolo il comune potrebbe essere chiamato in causa: la banca finanziatrice dovrebbe individuare un nuovo soggetto in grado di terminare i lavori e dal momento del collaudo l’ente sarebbe chiamato a pagare quanto già pattuito tra le parti, senza ulteriori aggravi. Diversamente dal passato non ci sarà cioè nessuna garanzia prestata dal comune per tutelare la costruzione: tutti i maggiori costi che potrebbero generarsi sarebbero a carico della banca, alla quale spetterebbe anche la sostituzione dell’operatore. Non c’è nessun rischio, cioè, che un giorno qualcuno possa bussare alla nostra porta con una “sorpresina” come il decreto ingiuntivo immediatamente esecutivo da 3.8 milioni di euro.

Varianti. Spesso la realizzazione di opere pubbliche comporta maggiori esborsi legate a varianti. Non sempre si annidano fenomeni di corruzione, ma possono emergere  imprevisti, errori di progettazione, valutazioni non accurate. Ne sappiamo qualcosa perché con il vecchio project, gli allora promotori presentarono all’amministrazione ben due proposte di variante e l’opera lievitò dai 3,4 milioni iniziali a oltre 6 milioni di euro (senza, come sappiamo, essere conclusa). Nel caso del leasing, invece, qualsiasi variante che comportasse maggiori costi e che dipendesse dall’operatore non potrebbe in alcun modo alterare gli importi delle rate che l’ente dovrebbe sostenere. In altri termini, qualora nel corso della costruzione, dovessero emergere nuove necessità non legate a un esplicito volere dell’amministrazione comunale (esempio ne sia la richiesta di un nuovo scivolo o di una vasca in più), queste sarebbero in capo al promotore e non all’ente. Non mi pare un vantaggio da poco.

Somme a rischio. Lo schema del leasing è chiaro: il comune, dopo il pagamento di una maxirata iniziale (intorno al milione di euro) dovrebbe sostenere per ventanni delle rate di leasing a fronte di un introito di minore entità legato a un canone di affitto della struttura a carico del gestore. I valori non sono definitivi perché stiamo parlando di una proposta (non dimentichiamolo) e non di un’offerta presentata in sede di gara (che dobbiamo ancora svolgere). In questo quadro, parliamo quindi di una differenza annuale, a carico del bilancio comunale, di circa 250.000 euro (+ IVA). Mentre ci sono pochi dubbi sul fatto che l’ente soddisferà nel ventennio i propri impegni con la banca, è soggetto al rischio della gestione il pagamento dell’affitto da parte del privato. Tale cifra, sempre da proposta, corrisponde a 110.000 euro. Quindi l’ente potenzialmente corre il rischio di non incassare i 110.000 dell’affitto, mentre ha la certezza di dover pagare il canone di leasing. Abbiamo intenzione di tutelarci prevedendo una fidejussione a prima richiesta per far sì che anche in caso di fallimento della gestione, il comune possa assicurarsi quella somma. Ma al di là di questo elemento che porremo in gara, nella situazione più grigia possibile, la pubblica amministrazione dovrebbe porsi il problema di tamponare tale mancato incasso in un bilancio di oltre 20 milioni di euro. Quando nel 2014 ci venne notificato il decreto ingiuntivo, sapevamo di dover reperire 3.8 milioni di euro da pagare alla banca, con il rischio che ci venissero pignorati beni e immobili. Penso sia abbastanza chiara la differenza.

Affidabilità del promotore. Tra il vecchio project e l’attuale ipotesi di leasing è cambiato il mondo anche dal punto di vista del credito: in mezzo c’è stata la peggiore crisi del dopoguerra che ha impattato fortemente anche il mondo bancario. Come è più difficile farsi concedere un mutuo per l’acquisto di un’abitazione, è altrettanto più complicato farsi finanziare un’opera pubblica. Il credito allora venne concesso perché alle spalle della Cesano Sport Management c’era il comune di Cesano Boscone che garantiva la costruzione della piscina con la famosa fidejussione. Diversamente la banca non avrebbe probabilmente finanziato l’opera. Ed erano tempi favorevoli. Non sono un tecnico e non so se abbia ancora senso parlare di credit crunch, ma va da sé che l’accesso al credito sia decisamente meno semplice. Nell’operazione in oggetto, peraltro, se è vero che il comune comunque nei 20 anni pagherà le rate del leasing con buona certezza, è altrettanto vero che la fase di costruzione potrebbe essere incerta per l’istituto di credito. A meno che, la banca non si affidi a gruppi particolarmente solidi. E’ quello che sta cercando di fare… Non è un caso che la proposta sia stata presentata, oltre che da banca ICREA, anche da due colossi come Corsorzio Ercole, esperto nella costruzione di impiantistica sportiva, e da due società riconducibili ad AT&T, gruppo meglio noto come Piscine Castiglione, protagonista nel mondo del nuoto grazie e famoso per aver realizzato le vasche per diverse competizioni internazionali, tra cui alcune edizioni delle Olimpiadi e Mondiali di nuoto. Quindi siamo di fronte da un lato a uno dei principali gruppi italiani, di certo non interessato a mettere a repentaglio la propria prestigiosa immagine a Cesano, e a una cordata di aziende sconosciute e di cui nulla era noto rispetto all’esperienza nel settore piscine. Anche qui, le distanze tra i due progetti sono siderali.

Chi segue il progetto? Con il senno di poi, è ovviamente più facile. Da parte mia c’è veramente l’imbarazzo nel dover giudicare ciò che è stato fatto in passato. Non è questa la mia intenzione: forse sarebbe potuto accadere anche a me. Di certo però non posso esimermi dal dire che uno degli aspetti che meno mi convince del vecchio tentativo è stato il controllo che la macchina comunale ha esercitato sull’opera, in particolare rispetto al coinvolgimento dell’ufficio tecnico comunale che in quegli anni stava seguendo altri progetti e che non venne interessato dai lavori sulla piscina. Nei PPP sicuramente esistono due componenti principali: quella economico-finanziaria e quella architettonica. Mentre sulla prima ci si avvaleva di adeguate competenze in seno all’ente, sulla seconda ci si rivolse a professionisti esterni.
E’ passato diverso tempo e anche l’organizzazione del comune è cambiata. In questi mesi abbiamo costituito una squadra interna formata di funzionari che prevede la presenza in cabina di regia della figura apicale del settore urbanistica e ambiente e che ha seguito e continuerà a seguire l’opera passo-passo, anche in fase di realizzazione. 

Il Piano Economico Finanziario. Probabilmente non ha molto senso confrontare i Piani Economici Finanziari delle due operazioni: si tratta di stime, quindi non di numeri attestati, che danno consistenza alla sostenibilità del progetto nel corso degli anni di convenzione. Allo stesso tempo per quanto riguarda il project, non abbiamo grossi elementi per valutarne l’attendibilità perché la gestione realmente non è mai partita, quindi non sappiamo se le previsioni fossero attendibili o meno. Entrambi i PEF sono stati asseverati, ossia in entrambi i casi delle società di revisione - incaricate dai rispettivi promotori privati, va detto - ne hanno certificato la solidità, seppur sulla carta. Colpiscono però alcuni numeri. Per quanto riguarda la proposta di Cesano Sport Management si sosteneva che il bar previsto nell’impianto avrebbe generato entrate per 436.000 euro/anno. Non poco per un locale al servizio della piscina, considerando peraltro che senza tali introiti il PEF sarebbe già stato in crisi. Nell’odierna proposta, invece, le entrate da bar sono stimate in 20.000 euro/anno: probabilmente il modello di gestione individuato è diverso, ma di certo le sorti della piscina non dipenderebbero dal bar. Allo stesso tempo, il fatto di aver pensato ad un’opera su un unico livello e senza palestra per il fitness, ha fatto sì che venga richiesta una spesa inferiore legata al personale e minori costi di gestione (su tutti riscaldamento e consumi elettrici, mediamente inferiori del 45%). Ripeto, parliamo di modelli diversi e quindi non sovrapponibili, ma è anche vero che più un progetto è attento all’efficienza energetica meno difficilmente si può raggiungere l’equilibrio, a tutto vantaggio della sostenibilità dell’intera operazione.

Le verifiche. Alla luce della nota vicenda, oltre al vaglio degli uffici comunali, abbiamo deciso per maggiore sicurezza, di sottoporre la proposta a un amministrativista che ha già affrontato esperienze di PPP su piscine e a una società di revisione, stavolta selezionata tramite bando dall’amministrazione, per un’analisi alla luce delle rispettive competenze. E’ vero che sono stati mossi dei suggerimenti, ma al contempo bisogna anche precisare che sia tali tecnici, sia il collegio dei revisori dei conti del comune, sia i funzionari coinvolti per quanto di competenza, hanno tutti espresso parere favorevole. Il vecchio project non aveva affrontato tutte queste forche caudine… I controlli erano stati meno approfonditi: certo, non si partiva con un’esperienza del genere alle spalle.

Costi certi, riduzione delle variabili. C’è un ultimo aspetto che a mio avviso è significativo. Avevo seguito la vecchia vicenda dall’esterno. Stando a quanto leggevo e sentivo, pareva quasi di avere a che fare con dei mecenati: “Non sono previsti costi per il comune, solo la disponibilità dell’area”. Chi sapeva della fidejussione a copertura delle opere prima del fallimento del project? Penso solo gli addetti ai lavori… Stavolta le regole sono diverse: abbiamo tutti ben chiaro di non avere davanti una proposta di filantropi che si sono innamorati di Cesano Boscone e della sua gente, ma degli imprenditori che credono che quest’operazione gli possa garantire margini di guadagno. Si tratta di gruppi operanti nel settore nuoto che ci hanno presentato delle previsioni di costi, sicuramente rilevanti, ma in un quadro definito e con meno variabili. Non ci aspettiamo particolari sorprese, abbiamo un’idea compiuta di quali sono le cifre in gioco. E stiamo lavorando per ridurre scientemente i rischi. Penso che la concretezza sia preferibile al sogno, soprattutto perché questo può trasformarsi in incubo.


L'immagine utilizzata non ha alcun legame con la proposta presentata per Cesano: è semplicemente capitata nelle mie disponibilità



Questa news proviene da Simone Negri Sindaco di Cesano Boscone
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