News: Una domenica con Gianni Cuperlo: una Festa di Piazza!
(Categoria: Cesano)
Inviato da Simone Negri
martedì 20 maggio 2014 - 19:10:32


cuperlo_piazza.jpgScrivo della bella giornata di domenica con colpevole ritardo perché le iniziative sono tante, continuo a lavorare e, ammetto, mi ci è voluto un giorno per riprendermi.
 
Sabato notte non ho dormito bene. Più che altro ero preoccupato che nonostante l'ingente lavoro di promozione svolto nei giorni precedenti (manifesti, volantini, sms, chiamate fino allo speakeraggio) la piazza potesse restare vuota. In Piazzetta della Misericordia avevamo già messo in scena con successo la bella presentazione della lista civica. Ma era di sera, non c'erano altre iniziative in contemporanea ed in quel caso potevamo contare su lettere nominali inviate a tanti cesanesi.
 
Mi sono presentato in piazza alle 9. I nostri (Carlo, Filippo, Luigi, Nicola ed Aurelio) erano già al lavoro da un po'. La leggenda narra che Cristiano si sia presentato alle 6, ma, trattandosi dell'alba di domenica, solo gli spiriti possono averlo visto.
 
cuperlo_delcoco.jpgAlle 10.10 erano già arrivati tutti gli ospiti, pure Cuperlo, mentre la piazzetta era ancora deserta. Nel frattempo incrociavo diverse persone che mi dicevano: "peccato, ho la comunione di mia nipote", "devo andare a festambiente", "mi sono iscritto alla biciclettata". Mi è venuto in mente che il 21 novembre, sera in cui ho presentato la mia candidatura alle primarie, alle 21 non c'era nessuno in Sala della Trasparenza mentre poi si è riempita. Questo pensiero mi ha tenuto su il morale.
 
Parte degli ospiti, tra cui Gianni Cuperlo va a bere un caffè al Tabaché, intanto dalla regia decidono di cominciare verso le 11.



Uscendo dal bar, Cuperlo mi chiede della Sacra Famiglia. Gli racconto un po'... Mi dice: "Mi piacerebbe visitarla". Gli spiego che è a 50 metri da dove siamo ed andiamo a farci un giro. Non avendo molto tempo, ci limitiamo alla piazzetta. "C'è tutto, sembra un paese" mi dice.
 
Tornando verso la piazza, Barbara Pollastrini mi racconta di quando insegnava a Cesano - lo ricorderà anche nell'intervento - ed osserva ammirata il centro storico, che ai tempi non c'era.
 
In avvicinamento scorgo una bella nuvola di persone e mi rincuoro. La piazzetta della Misericordia via-via si riempie.
 
Si comincia. In mezzo a ospiti tanto prestigiosi - Barbara Pollastrini, Francesco Laforgia, Onorio Rosati, Antonio Panzeri e Gianni Cuperlo, per l'appunto - ho il piacere di parlare anche io.
 
Cuperlo attacca parlando di Cesano. Si è documentato sulla nostra situazione, si avvicina alle questioni locali in punta di piedi, affronta la questione degli sfratti al quartier Giardino. Sottolinea alcuni miei passaggi sulla Sacra Famiglia, sulla disabilità, sull'attenzione agli ultimi.
 
Si mette a parlare di sé, del suo ruolo da leader, ritagliatosi in particolare con l'esperienza delle primarie per la segreteria. Lo fa con la consueta timidezza (l'ormai noto "mi son dovuto far violenza") che mischia sapientemente con l'autoironia, soprattutto quando racconta due episodi in cui è stato scambiato rispettivamente per Padre Georg Gänswein, segretario di Papa Ratzinger, e per Pippo Civati. Ci ho ritrovato il Salieri descritto da un bel ritratto fatto di lui da Marco Damilano.
 
Ma è quando parla di Europa che il discorso si impenna. L'aggancio è dato dalla pessima uscita di Grillo su Hitler. E Cuperlo costruisce un ragionamento in cui il senso profondo dell'Unione Europea si intreccia con la sua storia. Parla dei vincoli di bilancio, da quelli imposti alla Germania nella sciagurato Trattato di Versailles che aprì all'ascesa del nazismo e di cui pochi, tra cui Keynes, colsero le nefaste conseguenze. E parla delle risoluzioni economiche cui oggi siamo sottoposti, a partire dai pesanti carichi imposti alla Grecia fino al fiscal compact.
 
L'aspetto su cui focalizza maggiormente la propria attenzione è la questione dei diritti, vero tratto distintivo e unificante del Vecchio Continente. Lo fa utilizzando immagini forti ed evocative. Spiega che l'Europa non finisce con i suoi confini geografici, ma che il limes è legato all'estensione dei suoi valori.
 
Parla delle tragedie del mare. E ricorda che la storia delle nazioni è fatta di date. Una su tutte è quella tragica del 3 ottobre 2013, quando di fronte a Lampedusa si rovesciò un'imbarcazione libica facendo perdere la vita a 366 migranti. Cuperlo racconta di essere rimasto colpito dalla bambina con le scarpette di vernice distesa, senza vita, in un hangar di Lampedusa in attesa di sepoltura. Spiega che quell'immagine descrive bene lo spirito con cui i migranti cercano di raggiungere l'Italia (e l'Europa): quello del giorno di festa, della speranza, di un'esistenza migliore.
 
Torna alle realtà amministrative, ragionando sul rapporto tra la politica alta, dei grandi sogni, e la politica locale: sono sfere diverse ma tenute insieme dalla passione, dall'amore per la realtà in cui si vive e dall'attenzione per chi è più in difficoltà, siano essi i migranti, i poveri o i disabili. 
 
Prosegue ad intrecciare i temi con cui ha strutturato il discorso: racconta di una conferenza programmatica nel municipio romano dove vive, nel corso della quale il giovane presidente si è assunto l'impegno di realizzare, pur nel momento di estrema difficoltà economica in cui viviamo, un parco pubblico in cui vi siano giochi per i bambini disabili.
 
Immediato il link con la Sacra Famiglia e facile chiudere in maniera circolare il discorso su Cesano. 
 
Riprendendo la mia ormai consueta citazione da Le Città Invisibili di Calvino ("Di una città non godi le 7 o le 77 meraviglie, ma la risposta che da a una tua domanda"), risponde con il finale de La Città Vecchia del triestino Umberto Saba di cui è conterraneo: "Qui degli umili sento in compagnia il mio pensiero farsi più puro dove più turpe è la via."
 
Come penso si noti da quanto ho scritto, al di là dei temi, della passione e del livello di conoscenza con cui li ha trattati, sono stato impressionato dalla struttura del discorso, di come ogni parte fosse in qualche modo collegata con le precedenti (e non è semplice passando da Cesano all'Europa...) e della sua circolarità. Una lezione, insomma. Per di più in casa, a Cesano.
 
Per il PD cesanese e pure per il resto della coalizione, di cui a più riprese è stata osservata l'importanza (soprattutto da Rosati e Laforgia), è stata una grande festa. E' stato anche un bel modo per ricordare la figura di Gianmario Robbiati, di cui domenica ricorrevano due anni dalla scomparsa e il cui nome tanto vuol dire soprattutto per noi nativi democratici cesanesi. I nostri primi passi, solo qualche anno fa, furono guidati da persone come lui e le basi di quello che sta succedendo oggi sono frutto di quella grande e gratuita generosità. Sono sicuro che sarebbe fiero del casino che stiamo combinando.
 
 
 
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Questa news proviene da Simone Negri Sindaco di Cesano Boscone
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