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mercoledì 03 luglio 2019 - 18:41:07

L'ex-ASL di via Marzabotto verso la chiusura? Vogliamo essere ascoltati!



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Proprio ieri ho pubblicato sulla mia pagina Facebook un questionario relativo al destino dell’ospedale San Carlo, che, come avrete sentito dire, potrebbe essere sostituito unitamente al San Paolo da un nuovo ed avanzato centro in località Ronchetto, nei pressi di San Cristoforo. 

Sapete anche che la rete dei medici di famiglia è messa in crisi dalla mancanza di dottori, fenomeno di rilevanza nazionale, che anche nel nostro territorio comincia a destare qualche preoccupazione.

Ricorderete inoltre che alcuni mesi fa avevo contrastato l’idea che venisse spostata l’ex ASL di via Marzabotto presso la sede di via dei Lavoratori, sempre a Corsico ma al di là del Naviglio. Rispetto alle mie perplessità nel veder traslare servizi da un centro all’altro - sembrava una margherita: via un petalo per volta - avevo ricevuto una smentita da parte di ATS attraverso la stampa che diceva che in quel preciso momento non c’erano “condizioni adeguate per la riorganizzazione e conseguente riallocazione dei servizi”.

Ho sentito invece il sindaco di Buccinasco, Rino Pruiti, e ho letto il suo comunicato secondo cui sarebbe nelle intenzioni di ATS addirittura pervenire alla chiusura del centro di via Marzabotto per concentrare tutte le attività in via dei Lavoratori.

Ci sono almeno due aspetti che credono vadano tenuti in conto.

Il primo è che ritengo corretto che queste decisioni vengano condivise con i sindaci del territorio, almeno attraverso il piano di zona. Noi siamo responsabili primi della salute dei nostri cittadini e non possiamo subire le scelte di Regione ed ATS. E’ del tutto evidente che non interessi semplicemente il comune dove sono ubicati i servizi e che mette a disposizione gli immobili: riguarda tutti i comuni dell’ambito ed il piano di zona è uno degli attori di questo contesto.

Il tutto è complicato dalla vacanza amministrativa di Corsico ed è mia intenzione coinvolgere su questi ragionamenti il Commissario Prefettizio.

C’è poi una questione di sostanza: il nostro distretto che già vanta il poco ragguardevole primato di non avere un ospedale sul proprio territorio e che fa parte, curiosamente, dell’ASST rhodense (area con cui abbiamo poco a che spartire), vedrebbe ridursi i presidi socio-sanitari da 2 a 1.

La collocazione di un presidio di un ATS per un territorio così grande non può prescindere da una serie di considerazioni generali, urbanistiche, infrastrutturali e sociali.

La prima domanda che mi sento di avanzare è come possono tutti gli uffici essere trasferiti in via dei Lavoratori, notoriamente edificio meno capiente di quello in quartier Lavagna. C’è forse qualche servizio che verrà meno? Ci sono riorganizzazioni di cui non siamo a conoscenza e che tengono conto delle distinte funzioni attribuite alle ASST e alle ATS?

Inoltre si tratta di una collocazione che lascia a desiderare in termini di parcheggi e non mi pare sia adeguatamente servita dal servizio di trasporto pubblico: come si può garantire che venga raggiunta agevolmente da tutti i comuni della zona?

La mia principale perplessità è però di natura sociale. La presenza dell’ex ASL in via Marzabotto, nel pieno del quartier Lavagna, garantiva un servizio strategico nell’agglomerato popolare sicuramente più periferico di Corsico, intercettando una striscia continua di ben 3 grossi edificati (qre Lavagna appunto e qre Giardino e Tessera di Cesano) dove si concentrano gran parte delle fragilità della zona.

Nello specifico del quartier Lavagna, stiamo assistendo a chiari fenomeni di desertificazione urbana che io credo siano assolutamente da scongiurare: vengono meno strutture scolastiche, asili, centri di aggregazione e osserviamo il continuo scadimento del contesto ambientale. Si pensi rispetto a ciò alla struttura di via Curiel dove resiste qualche eroico negozietto piuttosto che al degrado del parco Cabassina. Si continua a togliere, in un quartiere sempre più anziano e che viene percepito sempre più lontano da Corsico (in mezzo ci sono due Vigevanesi, la ferrovia, il Naviglio e i due ponti).

Non sono il sindaco di Corsico, e ci mancherebbe, ma sinceramente mi preoccupano questa ampia area sul confine di Cesano e le implicazioni derivanti: molti lavagnesi usufruiscono dei nostri servizi e di fatto vivono Cesano molto più del loro paese. Non è un modello urbano sostenibile quello che prevede esclusivamente palazzoni, Vigevanese e centri commerciali.

Anche per questi motivi bisogna ragionare a livello di zona, sono scelte delicate che rischiano di mutare fragili equilibri e depauperare ulteriormente zone già depresse.

In qualità di presidente del Piano di Zona, raccolgo l’invito del sindaco di Buccinasco, Rino Pruiti, ed intendo organizzare un confronto tra noi comuni con la dirigenza di ATS e con Regione su un tema così delicato. Vi terrò aggiornati.



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Inserito da Simone Negri in Cesano - Lascia un commento prima dei tuoi amici - Stampa veloce crea pdf di questa news

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