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domenica 08 novembre 2015 - 20:52:41

Discorso 4 novembre 2015



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Cari concittadini, care autorità civili, militari e religiose rivolgo a voi tutti un caro saluto e un sentito ringraziamento per la vostra presenza qui oggi.

Un pensiero e un abbraccio all’associazione dei combattenti e reduci che celebra con noi la ricorrenza del IV novembre, in cui memori della vittoria del 1918 e della fine della Prima Guerra Mondiale, si festeggiano l’Unità Nazionale e le Forze Armate, ricordando i tanti caduti che vennero strappati alle famiglie e al loro sostentamento attraverso il lavoro dei campi per essere mietuti dalle mitragliatrici austriache o più lentamente dal freddo degli altipiani.

Anche ricordando il loro sacrificio, il valore di questa festa non può basarsi sul vuoto di sentimenti che ormai suscita la parola “patria”, né alla retorica dell’eroismo di chi morì gridando “Savoia”, né ancora sul senso di quella vittoria mutilata che contribuì ad aprire la via al fascismo e ch preparò la strada alla secondo conflitto mondiale.

Ritengo che il senso di questa ricorrenza sia da ricercare nella riflessione sul valore delle istituzioni e dei corpi dello Stato, nonché sul delicato equilibrio che deve esistere tra essi.

Il non facile cammino verso l’Unità Nazionale ha fatto sì che nella nostra storia recente i mai troppo reconditi moti di secessione siano stati alimentati dapprima dalle differenze regionali e culturali, poi squisitamente economiche, oggi infine da scandali vergognosi che sono però figli di un malaffare diffuso in Italia più che circoscrivibile a una singola area.

Quanto sta emergendo dalle cronache su Roma ci racconta di un Paese, non di una sola Città, gravemente malato. I fatti che riguardano la Capitale d’Italia, riguardano tutti noi. A Roma si trovano i gangli della nostra impalcatura repubblicana e basta questo per farci sentire coinvolti. Quanto avviene a Roma non potrà mai avere un’interpretazione esclusivamente amministrativa e locale. Noi al Nord non possiamo certo consolarci con l’euforia che ha accompagnato i giorni della chiusura dell’Expo milanese. 

Il rilancio italiano è possibile se a sospingerlo ci sarà una scossa morale. Parta anche da Milano, ma non sia mai in contrapposizione o fuga dal Paese, quanto di traino e in grado di innervare radialmente l’Italia tutta. La scossa morale deve essere in grado di permeare le istituzioni, dalle amministrazioni comunali fino alle sedi dei ministeri. A nulla sarà utile se il suo vento si frangerà contro i muri e le porte chiuse. L’indignazione non basta. 

Mi sono persuaso che l’irrisolta questione centrale del nostro Paese siano i meccanismi di selezione delle classi dirigenti. Sono giunto a questa conclusione per una serie di svariati motivi che non è il caso oggi di argomentare. 

Sappiamo di sbagliare ed aver sbagliato a scegliere gli uomini. Questo sì. Però non sempre riusciamo a rimpiazzarli e preferiamo accanirci contro le istituzioni che protempore si trovano malauguratamente a rappresentare. Le responsabilità degli scandali che hanno coinvolto province e regioni, ad esempio, hanno subito un transfer e sono state traslate da soggetti che le hanno determinate direttamente alle istituzioni che ne sono state, in realtà, le vittime. Sulla spinta di questi sentimenti sono state abolite le province, si stanno ripensando le regioni. E, per tornare a Roma, è stato destituito un sindaco, sicuramente ingenuo e poco responsabile - ma eletto dal voto dei cittadini - sfruttando modalità che hanno lasciato senza fiato, incomprensibili forzature stando ai corroborati meccanismi democratici.

Ecco, il punto è questo. Dovremmo avere più rispetto delle Istituzioni. Dei loro meccanismi di funzionamento. Dei loro fragili equilibri.

Questo ragionamento vale anche per le Forze Armate. Nel rispetto dei principi della Costituzione, la legge 331/2000 assegna loro “la funzione prioritaria della difesa dello Stato, nonché quella di operare, in conformità al diritto internazionale, al fine della realizzazione della pace e della sicurezza, di concorrere alla salvaguardia delle istituzioni e di svolgere compiti specifici in circostanze di pubblica calamità o in casi di straordinaria necessità o urgenza”.

Sono fortunatamente scongiurati i tempi in cui vi fu chi tentò il coinvolgimento di questi pilastri del nostro Stato per elaborare trame eversive. Oggi semmai vedo il pericolo del travisamento del loro ruolo, delle loro finalità, del loro modo di agire.

Nell’attuale dibattito politico, sappiamo tutti quale immensa e lussurreggiante prateria da colonizzare siano i temi della sicurezza e della sua percezione da parte dei cittadini.

Le proposte, spesso, anziché mirare a una riorganizzazione delle forze armate e di polizia, al reperimento di maggiori risorse e mezzi, all’innovazione dei processi, a sviluppare una più intensa e proficua collaborazione tra di loro, puntano alla spettacolarizzazione della loro azione. Alla mera presenza muscolare, quasi culturistica degli agenti: come dimenticare la stagione dell’esercito a presidio delle uscite della metropolitana? Seguendo quest’onda istituzionalizzeremo il Far West.

Le forze armate e le forze dell’ordine, cui estendo questa mia riflessione,  sono tanto più efficaci quanto più la loro presenza risulti sì costante, capillare e qualificata, ma al contempo discreta, razionale e mite.

Questo è il solco in cui collaboriamo fattivamente a livello locale, in particolare con l’Arma dei Carabinieri, cui mi preme rivolgere il mio sentito ringraziamento per la competenza con cui nel corso di questo primo anno e mezzo di amministrazione ha gestito alcune operazioni molto delicate a beneficio della nostra comunità. 

Forse è questo oggi è il nostro compito. Ricercare la collaborazione tra le Istituzioni, ognuno con le proprie prerogative, al fine di resistere alle difficoltà contingenti e al degrado diffuso, con l’obiettivo comune di ricostruire il futuro di questo Paese.

Vi ringrazio della Vostra preziosa presenza.
 
(un grazie per le foto alla straordinaria Anne Valérie Tragarz...)




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Inserito da Simone Negri in Cesano - Lascia un commento prima dei tuoi amici - Stampa veloce crea pdf di questa news

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