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mercoledì 18 marzo 2015 - 19:50:10

A Cesano il primo Emporio della Solidarietà del Nord Italia



emporio_banner.jpgHo riflettuto un po’ rispetto al titolo di questo articolo.

Ci ho riflettuto perché diffondere che esiste un emporio per la solidarietà, un vero e proprio supermercato destinato ad aiutare le persone povere del territorio, può non essere visto come un grande risultato per un comune. Soprattutto mettendo in risalto che è il primo del Nord Italia.

Mi rendo conto però che questi primi intensissimi mesi di questa avventura si stiano marcando chiaramente per la narrazione, sicuramente diversa, rispetto a quanto avveniva in passato.

E’ un’operazione di verità: parliamo delle difficoltà, le nostre nel far quadrare i conti, nel gestire un caso complesso come quello della piscina; e dei cittadini, per la casa, la situazione nei quartieri, oggi dell’emporio.

Non è sintomo di una malcelata vocazione al martirio, ma è ovvio che se si pesano le priorità del momento, queste debbano essere rivolte a chi più sta soffrendo la crisi.

Non mancano progetti innovativi e spunti briosi, ma se ci concentrassimo solo su questi, ne avremmo un indubbio ritorno di immagine, ma non parleremmo del comune che amministriamo: forse del Paese dei Balocchi, ma non di Cesano Boscone.

La domanda in sostanza è: cosa c’è da festeggiare se Caritas decide di aprire proprio nel tuo comune un Emporio per la Solidarietà? E’ la dimostrazione che da queste parti c’è più di qualche problema…

E’ vero solo in parte. Caritas apre qui il suo primo emporio nel nord Italia perché ha trovato un locale adatto grazie anche all’intermediazione del Comitato Inquilini del Quartiere Giardino e probabilmente a seguito di confronti con i vari decanati.

Inoltre penso a Cesano: è famosa - negli ultimi mesi anche di più - per la presenza dell’Istituto Sacra Famiglia

Una grande opera, che Mons. Domenico Pogliani concepì nel 1896 in un borgo contadino di non più di 1300 anime. Il fondatore presentò la sua creatura dicendo che era destinata “agli incurabili della campagna” con la finalità di “provvedere, adunque almeno ai poveri, i più disgraziati fra essi, quali sono i cronici, scemi, ciechi, storpi, e in qualunque modo impotenti a guadagnarsi un tozzo di pane…”. Chissà le prime reazioni degli abitanti… un po’ li avrà sconvolti l’impatto con la Sacra. Ma poi, ha fatto la storia di Cesano!

Parliamo di scale diverse, ma esistono delle analogie tra il noto istituto e l’emporio della solidarietà. Sono entrambi frutti della carità cristiana, rivolti agli ultimi (chiunque questi siano) e sono aperti al territorio, confinati solo geograficamente a Cesano, ma rivolti a tutto il Sud milanese (in alcuni casi anche alla Brianza…).

Ovunque ci sono poveri e fragilità, più o meno accentuate.

Non tutte le comunità mettono in campo le stesse risposte, anche perché non a tutti piace intervenire laddove è più difficile, dove il fallimento nonostante l’impegno è la prassi e la soluzione rappresenta l’eccezione.

La solidarietà non può fare a meno del riconoscimento che esiste un prossimo che ha bisogno d’aiuto. E quando si parla di istituzioni, come un’amministrazione pubblica, se si sposa lo spirito di iniziative come questa, bisogna sì sostenerla ma anche parlarne. Per questo ne scrivo e per questo il nostro comune si è fatto coinvolgere dall’iniziativa, che resta di Caritas, sia chiaro.

Cesano, il paese dell’Istituto Sacra Famiglia, ha un animo solidale. Ce l’abbiamo per come è cresciuta la nostra comunità, fa parte della nostra storia e ne dobbiamo essere orgogliosi. E’ questione per noi identitaria.

Al centro c’è la dignità della persona

Chi va all’Emporio non riceve un pacco, ma fa la spesa. Lo fa perché è stata riconosciuta la sua situazione di difficoltà e gli è stata consegnata gratuitamente una tessera a punti che si scarica via via che la persona “acquista” i generi alimentari presenti.

Non solo. La struttura è pensata come un vero supermercato. Ci sono gli scaffali, la cassa e pure i prezzi dei diversi prodotti: il fatto che una bottiglia di olio costi di più rispetto ad una confezione di pasta responsabilizza, lascia la possibilità di scegliere in un sistema valoriale che è quello quotidiano.

Se vai all’Emporio non sei un disperato. E trovi un ambiente accogliente ed assolutamente paragonabile a un minimarket. Proprio per questo il signor Enzo, che è la mente logistica del magazzino, ci tiene acché “sia stata passata la cera per terra”.

Inaugureremo questa bella realtà lunedì 23 marzo alle 10.30 presso la Rimessa delle Carrozze. Nel primo pomeriggio ci sarà anche la possibilità di una visita in loco. Siete tutti invitati. 

A dire il vero, l’Emporio è attivo da un paio di mesi ed ha già maturato numeri di un certo rilievo: a lunedì mattina sono state rilasciate 263 tessere con una copertura di 811 persone. Don Mapelli che è il coordinatore del progetto punta a servire 2500 persone ed ha l’obiettivo nei prossimi mesi di aprire altri 6-7 centri di questa natura nella diocesi di Milano.

Sono stati erogati generi alimentari per oltre 30.000 punti, ossia più di 30.000 euro di spesa. Si consideri che questa cifra si riferisce alla spesa fatta da Caritas, quindi il punto per il cliente ha un potere d’acquisto che vale quasi il doppio: i 30.000 euro corrispondono ad almeno 50.000 euro di spesa presso un comune supermercato.

I dati che l’esercizio produce, costituiscono statistiche che via via acquisiranno interesse: già oggi ad esempio possiamo dire che oltre l’80% dei clienti è costituito da famiglie italiane, il che rende perfettamente l’idea di quanto la crisi abbia colpito duro anche noi.

Attualmente l’Emporio è alimentato da Caritas che acquista generi alimentari, da grandi donatori quali Barilla e da donazioni saltuarie. Nelle prossime settimane, il comune di Cesano erogherà dei contributi a questa realtà che verranno utilizzati per soddisfare le necessità di cittadini cesanesi segnalati dai servizi sociali e che attualmente ricevono un contributo di minimo vitale in denaro: di fatto riceveranno cibo, al posto dei soldi. Per noi questo meccanismo è interessante perché mira al duplice bersaglio di sostenere questa bella esperienza e di sapere che quanto eroghiamo ai cittadini viene utilizzato per beni di prima necessità. 

Allo stesso tempo il comune si è attivato con la rete della grande distribuzione per trovare sponsor. Al momento hanno risposto due realtà dello stesso gruppo: Auchan e Simply. Non sono tempi facile per loro, ma mi piace sottolineare che Auchan alla luce della sua mission aziendale molto rivolta all’attenzione ai territori, non si tira mai indietro e cerca sempre di sostenere le iniziative che l’amministrazione gli propone. In questi giorni stanno definendo insieme a Caritas le modalità con cui collaborare.

L’Emporio è aperto al momento 2 mattinate alla settimana: martedì e giovedì. E’ in funzione grazie a un unico dipendente retribuito e a una rete di almeno 20 volontari. E’ un patrimonio ma vista la crescita prevista nei prossimi mesi, sarebbe utile avere altre persone. Nel caso aveste del tempo libero…

Venendo lunedì alla presentazione capirete senz’altro di più e meglio rispetto a quanto vi ho raccontato io.

Chiudo con una battuta che mi ha colpito da parte di don Massimo Mapelli nell’incontro con il direttore di Auchan a Cesano, Gérald Gounon (cui rivolgo il mio ringraziamento): “Noi non siamo nati per fare concorrenza a voi… ci mancherebbe! In realtà siamo l’unico supermercato che nasce con la speranza di chiudere!



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Inserito da Simone Negri in Cesano - Lascia un commento prima dei tuoi amici - Stampa veloce crea pdf di questa news

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