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giovedì 06 novembre 2014 - 12:17:21

Consiglio Comunale sulla Piscina del 5 novembre: il mio Intervento



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Il fatto che Monte dei Paschi di Siena abbia chiesto al comune di Cesano Boscone, attraverso decreto ingiuntivo, il pagamento di 3.714.905,32 euro, a fronte della fidejussione rilasciata sul project financing per la realizzazione della piscina, è elemento che desta grande preoccupazione e mette in allarme sia in vista dell’effettiva realizzazione dell’opera sia finanziariamente rispetto ai già sofferenti bilanci comunali. 
 
Di fronte a tale notizia, che ho comunicato alla cittadinanza il 26 settembre (solo due giorni dopo la ricezione della notifica), ho chiesto senso di responsabilità al consiglio comunale tutto, al fine di porre in primo luogo l’interesse dell’ente nel contrastare tale decisione della banca. Si è aperta infatti una delicata fase in cui l’amministrazione ha deciso di presentare un atto di opposizione al decreto ingiuntivo al fine di non far ricadere su questa fragile comunità, con rischi ingenti, il gravame della mancata realizzazione dell’opera. 
 
Depositato l’atto, ci dobbiamo muovere con estrema cautela affinché il riserbo non permetta ad alcuno di intercettare parte della strategia difensiva del Comune, eventualità che comporterebbe intuibili ripercussioni pregiudizievoli sul risultato della lite. Va da sé, quindi, che in questo momento è consigliabile non destare clamore sulla vicenda e non agitare pericolosi polveroni. Altresì, viste cura e dedizione che sono richieste per gestire al meglio il contenzioso, non posso nascondere che sarebbe stato auspicabile poter usufruire di un periodo senza trambusti.  
 
Mi devo oggi rammaricare che queste condizioni non si sono verificate.

L’opposizione infatti ha pensato di sfruttare il frangente operando più per soddisfare un ingiustificabile fumus persecutionis e per suscitare scalpore nell’opinione pubblica, che per cercare realmente di comprendere cosa ha determinato la situazione odierna, prima ancora di poter formulare qualsiasi proposta a riguardo. 
 
La richiesta di istituire una nuova commissione, caratterizzata dalla marcata terzietà delle figure coinvolte e dalla possibilità di esprimere giudizi sull’operato, rappresenta un cedimento al sensazionalismo. Non solo: è l’idea che le istituzioni, e gli strumenti che ad esse sono connaturati, non siano sufficienti per affrontare il presunto scandalo del momento. Al di là delle frasi di rito, in virtù di quanto ho osservato, leggo la presentazione di questa mozione e delle petizioni come la risposta all’esigenza della minoranza di ricercare lo scontro politico e richiamare l’attenzione della cittadinanza (legittimamente, s'intenda), nel tentativo di nascondere l’assenza – momentanea – di idee sulle prospettive dell’opera. 
 
Tutto ciò nonostante i consiglieri abbiano pieno diritto di entrare in possesso degli atti relativi, con l’intatta possibilità di studiare a fondo le carte, in parte peraltro già nelle mani di alcuni di loro. 
 
E nonostante, soprattutto, la manifestata disponibilità di questa amministrazione nel fare piena luce sulla vicenda, seppur nei tempi opportuni al fine di non intralciare minimamente l’iter giudiziario e per avere, evidentemente, quegli elementi che solo una sentenza di un giudice in questo momento ci può fornire. 
 
Stiamo parlando di un quadro complesso. Sia dal punto di vista economico che progettuale. Senza dimenticare che data la recente istituzione della modalità del project financing nel nostro Paese, anche la giurisprudenza è scarna. A tal proposito non posso nascondere le difficoltà che io stesso incontro nel ricostruire la vicenda. 
 
Dobbiamo essere sinceri ed intenderci. 
 
In questa fase, viste le necessità di riservatezza sulle informazioni e i tempi contingentati, abbiamo l’urgenza di elaborare strategie grazie al supporto delle migliori competenze che affondino il loro sapere in campi specifici quali il diritto bancario e societario, la coprogettazione connaturata alle modalità di PF, la costruzione di un’opera particolare come un impianto natatorio. 
 
Credere che si possa impostare in maniera partecipata una strategia di opposizione nel contesto di una causa così ardua nei confronti di una banca è una chimera. 
 
Ritengo al contempo che tenere informata la cittadinanza rispetto all’iter del procedimento sia un dovuto atto di trasparenza mentre diffondere oggi, magari su internet, delicati documenti se non addirittura gli atti della nostra opposizione, possa essere interpretata come manifestazione di dabbenaggine e demagogia
 
I cittadini non ci hanno votato per questo ma per affrontare con serietà e senso di responsabilità la difficile amministrazione del comune di Cesano Boscone. 
 
Chi parla ha piena coscienza della complessa eredità che il caso piscina costituisce, che è la medesima – badate bene - che avrebbe raccolto qualsiasi candidato sindaco presente oggi tra i banchi dell’opposizione. 
 
Al contempo credo di essere nelle condizioni di poter gestire la situazione con serenità. 
 
Affermo ciò alla luce del fatto che non ho in alcun modo contribuito a determinare lo stato attuale della piscina e non ho quindi nessuna necessità di difesa personale. Allo stesso tempo, pare superfluo rimembrare la discontinuità che caratterizza questa nuova amministrazione, come dimostrato nei fatti dalla recente e tumultuosa campagna elettorale, indipendentemente dalla comune collocazione politica. 
 
Con queste premesse, siamo persuasi che in tutta questa storia vi sia un solo ed unico soggetto da tutelare: il comune. Se tra le pieghe del contenzioso dovessero emergere dubbi circa le responsabilità di qualcuno, non abbiate timore che approfondiremo la questione e andremo fino in fondo. 
 
Non è quello però oggi il nostro principale obiettivo e non abbiamo intenzione di sfruttare la vicenda della piscina per altri fini. 
 
Sentiamo nella veste di amministratori del bene pubblico di doverci impegnare su due fronti e lo stiamo già facendo - ossia tamponare l’esposizione nei confronti della banca e valutare qualsiasi possibilità di rilancio dell’opera. Il declino del nostro Paese, cui assistiamo, è anche figlio dell’atteggiamento dei tanti pronti a scaricare colpe su chi li ha preceduti o su chi siede dall’altra parte, ma sfuggenti nel momento in cui gli è stato chiesto di assumersi il peso del lavoro e delle decisioni. 
 
Ci interessa mirare ai traguardi, non ragionare sulle false partenze. 
 
Riteniamo che faccia parte del nostro codice deontologico l’impegnarsi a fondo, vagliando tutte le strade, e dimostrare stabilità nell’affrontare una vicenda dagli esiti così incerti, senza cedere allo sconforto di fronte agli altalenanti stadi del percorso. 
 
Dobbiamo essere strutturati e responsabili. 
 
Chiudo il mio intervento rinnovando ai consiglieri il mio invito alla coesione e alla pacatezza.



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Inserito da Simone Negri in Cesano - Lascia un commento prima dei tuoi amici - Stampa veloce crea pdf di questa news

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