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giovedì 12 maggio 2016 - 12:45:50

Dateci oggi il nostro Avviso di Garanzia Quotidiano



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Oggi è il turno di Pizzarotti. Ci stiamo abituando ormai a un brutto clima per cui ogni giorno arriva a qualche sindaco un avviso di garanzia.

Detto che in Italia la corruzione e quel modo di fare politica in maniera clientelare e mafioso sono un'emergenza nazionale e che la Magistratura deve andare avanti nel suo prezioso lavoro, penso anche che buona parte di chi viene messo sulla graticola non abbia cattive intenzioni e cerchi di svolgere coscienziosamente la propria attività di amministratore pubblico. Lo penso sinceramente, a partire proprio dal sindaco di Parma.

Tocco con mano che amministrare è complicato. 

Qualche tempo fa scrivevo della rivoluzione silenziosa che è in atto nella pubblica amministrazione. Ne ho parlato più volte anche in consiglio comunale. Le circolari dell’autorità anticorruzione sono quotidiane e sovente dense di novità che vanno attuate subito. Da qualche giorno è attivo il nuovo codice degli appalti che ha stravolto diversi aspetti della conduzione delle gare. Tutto deve avvenire mediante procedimenti aperti, trasparenti, certificati. 

E’ la strada giusta: la guida di un’amministrazione deve essere asettica. E bisogna spendersi per uniformarsi alle nuove disposizioni.
Ma fuori non ce n’è contezza di ciò.

Nel nostro piccolo, è emblematico il caso di chi, benché fosse uscito da qualche mese dall’amministrazione, ha sollevato la critica del troppo cospicuo numero di bandi che si starebbero facendo a Cesano, al posto degli affidamenti diretti, sicuramente più semplici, ma decisamente più discrezionali.

Peccato che già da tempo in tutti i modi - soprattutto riprendendo la normativa europea relativa ad antitrust e libera concorrenza -il legislatore metta in guardia ed imponga agli enti locali la strada del bando come unica via. Siamo già oltre e dobbiamo pensare alle centrali di committenza e alle piattaforme certificate.

Due giorni fa in consiglio comunale è stato sollevato il tema del recente affidamento per il servizio di igiene ambientale e qualcuno ha fatto qualche insinuazione - assumendosi tutti i rischi del caso - rispetto alla presentazione di un’unica offerta. Bisogna stare attenti anche ad esprimersi su questi temi. Va ricordato che con Area Sud avevamo in atto un affidamento diretto - è una nostra partecipata - e non venne effettuata nessuna gara. Nel caso di Derichebourg, invece, la selezione è avvenuta grazie a una commissione tutta tecnica attraverso un bando addirittura europeo (procedura molto più restrittiva). Quindi, almeno sulla correttezza delle procedure silenzio, e se qualcuno ha qualcosa da dire lo vada a dire alla magistratura. Non è accettabile sentire frasi come “ci eravamo fidati di voi rispetto all’irregolarità del vecchio affidamento e ora come possiamo fidarci se se n’è presentato solo uno?”. Andrebbe ricordato che l’amministrazione non invita le aziende a partecipare ai bandi. E non lo deve fare.

Le scelte generali e le prospettive attengono alla politica, la gestione delle gare è degli uffici e chi amministra non se ne deve interessare fino all’apertura delle buste.

Comunque la realtà a mio avviso è che pur facendo la tara di corruzione, malaffare, clientele e ricerca con ogni mezzo del consenso, amministrare è sempre più difficile.

Nei comuni negli ultimi anni è cambiato tutto. Ci sono molte meno risorse per realizzare opere e fornire servizi e le modalità di selezione degli operatori sono state stravolte. E continuamente vengono cambiate. La direzione è giusta: si va verso trasparenza, efficienza, reale concorrenza. Ma è un turbine. E’ sempre più facile sbagliare. Bisogna sempre imparare cose nuove - o meglio lo devono fare i funzionari - e ogni scelta deve recepire le direttive anche solo di una settimana prima. Anche se da anni si faceva così.

La buccia di banana è sempre dietro l’angolo. La cautela non è mai troppa. Ma è anche vero, come dice lo stesso Pizzarotti, che però le cose le devi fare, che spesso hai le urgenze, che magari hai vagonate di provvedimenti da firmare e ti parte una firma che non dovevi. O che ci tieni a mettere a disposizione della cittadinanza un’opera oppure vuoi muoverti in una manutenzione e magari con la fretta di fare e di fare bene sbagli qualcosa.

Lo so, “il filo è sottile”. Per come la vedo io bisogna essere asettici rispetto la conduzione della macchina amministrativa. 

E bisognerebbe essere preparati. Un politico non deve essere in grado di scrivere un bando. Nè deve conoscere i codicilli. Ma dovrebbe capire il senso del lavoro che svolgono i suoi uffici. Oltre all’esperienza servirebbe una preparazione che noi non abbiamo. Negli anni si è sempre più intesa la politica come un’attività da svolgere nei ritagli di tempo, alla portata di tutti. Quasi un ripiego. In realtà - oggi a maggior ragione - servirebbe invece una dedizione particolare e unica e l’opportuna formazione. Che ripeto, non è occupazione di nessuno. Vuoi sapere cosa cambia con il nuovo codice degli appalti? Cerca su internet o partecipa al primo seminario. Ma puoi anche non saperlo se non te frega niente, mica ti obbliga qualcuno. Ecco, secondo me non va bene. Servirebbero percorsi formativi, una scuola addirittura. Anche perché prima i partiti un po’ supplivano, oggi i partiti non ci sono più.

C’è poi un altro tema. Ed è il consenso. E’ un argomento delicato perchè si presta alle più svariate interpretazioni. Però chi amministra in maniera asettica - torno ad impiegare questo termine - non distribuisce posti di lavoro, non fa piaceri, non permette che nessuno venga avvantaggiato rispetto ad altri. Ed è così che la intendo io. Non si tratta solo dei voti che si prenderanno al rinnovo del sindaco e del consiglio, spesso, ma è una questione di stabilità, anche della stessa amministrazione, del clima sociale, percepito. E allora, poche balle, devi fare! Devi avere la possibilità di dimostrare che dietro al tuo impegno c’è la possibilità / capacità di intervenire sulle strade, nei parchi, sui servizi che eroghi, sulle strutture spesso bisognose di grandi manutenzioni. Ed è sempre più difficile tenere tutto insieme se per fare delle opere per cui hai le risorse a bilancio servono 5 mesi perchè c’è un mare di burocrazia e perché ogni anno le regole sono completamente diverse da quelle di un anno prima. Non è che si può sempre arrivare a dover fare le gare pendendo dalle labbra dei 3 o 4 guru che ancora non si sono pronunciati sull’interpretazione della nuova direttiva. 

Ci serve stabilità. Tanta stabilità. Non possono continuamente cambiarci le carte in tavola. Fate una riforma complessiva, sperimentatela prima da qualche parte, ma poi lasciatela in essere per un po’ di anni. Altrimenti non se ne viene fuori.

Dopo aver scritto queste righe di sfogo, scopro curiosando su facebook che dei colleghi più importanti di me hanno pensato di scrivere una lettera su quanto sta avvenendo. Segno che questo malessere è evidente un po' a tutta la categoria.



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Inserito da Simone Negri in Cesano - Lascia un commento prima dei tuoi amici - Stampa veloce crea pdf di questa news

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