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giovedì 05 settembre 2019 - 18:54:33

Un Appello al Governo Nascente



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Una delle principali lezioni che impari amministrando è che puoi avere le idee migliori del mondo, ma che per vederle realizzate serve tempo e ti devi occupare di tutto il percorso a valle della predisposizione degli importi a bilancio, la cosiddetta “attuazione”.

Succede nei piccoli comuni. Al governo del Paese è tutto amplificato e ancora più difficile. E’ una regola non scritta che riguarda diversi campi, dalle grandi opere ai provvedimenti di carattere sociale. Posso avanzare l’esempio di Reddito di Inclusione e di Cittadinanza: dopo due anni stava finalmente andando a regime il primo quando di colpo è subentrato il secondo: è passato un anno e ancora siamo in alto mare.

In queste ore si sta avviando una nuova esperienza di governo. Mi piacerebbe che prima di mettere in campo nuovi provvedimenti, con ingenti variazioni della spesa e lunghi iter parlamentari e ministeriali, si facesse la cosa più rivoluzionaria: auspico cioè che si passi in rassegna l’elenco delle spesa dei precedenti governi, di qualsiasi colore essi siano stati, e che, qualora i progetti fossero ritenuti di utilità, ci si adoperasse per sbloccarli. A volte manca un decreto attuativo, va rafforzato il team che ci deve lavorare, o semplicemente vanno ritirati fuori dal cassetto.

Se parliamo di opere pubbliche, significherebbe avere effetti economici sull’economia - il PIL - entro di 6 mesi mentre qualsiasi nuovo investimento previsto dall’esecutivo che si sta insediando probabilmente necessiterebbe di un arco tra l’anno e i due anni.

In quanto sindaco di Cesano Boscone, sono parte interessata alla partita, è chiaro. Ma penso che il ragionamento sia valido anche a livello generale.

Nel 2015 partecipammo al “Piano nazionale per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate” e a fine 2017 - ultimi mesi del governo Gentiloni - ci venne comunicato che risultavamo beneficiari del contributo di 2 milioni di euro per l’area compresa tra le vie Gobetti e Don Sturzo, in pieno quartier Tessera, dove abbiamo deciso di ricostruire la scuola primaria (vetusta, inadatta e con ampia presenza di amianto - per quanto monitorato) e realizzare una piazza con alcune funzioni sociali a servizio della zona. A febbraio 2018 firmammo un accordo a Bologna con il sottosegretario Maria Elena Boschi per il governo.

Erano già passati due anni e mezzo dalla presentazione del progetto. Dal 4 marzo 2018 non ne abbiamo più saputo nulla. Anzi, si disse che probabilmente le risorse stanziate per quel bando come per l’affine “bando periferie” sarebbero state impiegate diversamente. Nessuna informazione ci è stata fornita però a riguardo.

Recentemente, su internet, ho trovato una relazione della Corte dei Conti - Sezione Centrale di Controllo (rel. 13/2019/G del 23 luglio 2019) che illustra un’indagine sulle due principali iniziative dell’allora governo Renzi sulle periferie, ossia “Il Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle Città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia” (di seguito Programma) e, appunto, “Il Piano nazionale per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate” (di seguito Piano, che è quello cui abbiamo partecipato noi).

Ne emerge un quadro rassicurante per quanto riguarda la piena disponibilità delle risorse stanziate ma desolante rispetto alla dilatazione dei tempi.
 
Nel primo caso parliamo di un budget di ben di 2.061.321.739,61 euro mentre nel secondo ci “fermiamo” a 268.577.013,00 euro. Complessivamente parliamo cioè di investimenti pubblici nell’ordine di 2,3 miliardi di euro. A che punto siamo? 
 
Riprendo testualmente dalle conclusioni della relazione della Corte dei Conti:

“Per quanto riguarda il Programma si evidenzia, inoltre, che dei 120 Comuni interessati le attività, in sostanza, possono valutarsi concretamente avviate solo per i primi 24, mentre, per i restanti, la cui attuazione era stata inizialmente sospesa (dal d.l. n. 91/2018) e fatta slittare al 2020, la legge n. 145/2018 ha disposto, con decorrenza dal 2019, la possibilità di procedere ai soli rimborsi delle spese di progettazione già sostenute: è ragionevole ritenere che ciò comporterà ulteriori rallentamenti, anche in relazione alla osservata necessità di modifica (e successivo controllo) delle relative Convenzioni.
Ancor più embrionale risulta lo stato di avanzamento del Piano, per il quale sul totale delle prime 46 convenzioni finanziabili, per le quali risulta essere stato disposto l’impegno di spesa sulla base delle disponibilità finanziarie (delle quali 25 registrate nel corso del 2018, e 21 ancora in corso di esame nel 2019) risulta erogata la somma di 4.776.872,89 euro su un totale impegnato di 16.572.909,66 euro”.

Quindi due provvedimenti, concepiti tra il 2015 e il 2016 con grandi possibilità di incidere economicamente e soprattutto di cambiare volto e prospettive di tante periferie in giro per l’Italia (circa 400 comuni coinvolti in totale), stanno procedendo lentissimamente, tanto che per il primo è partito solo il 20% dei progetti, mentre per il secondo - il nostro - siamo a 4.7 milioni di euro erogati a fronte di uno stanziamento di 268 milioni (1.7% del totale, incredibile).

Il danno è doppio: faccio il nostro esempio. Non solo continuiamo a non ricevere il contributo che ci è stato concesso e non possiamo far partire i lavori, ma, in questo clima di incertezza generale, non ci attiviamo neanche per fare gli interventi più rilevanti di cui la scuola avrebbe bisogno. Perché, ad esempio spendere 200.000 euro per rifare le tubature del riscaldamento se è possibile che tra un anno o due dovremo abbattere e ricostruire la scuola? 

Mi sento di lanciare un appello affinché il nuovo governo metta mano a tutte queste situazioni - e immagino che siano tante - attualmente sospese e in grande affanno: chissà quanti milioni di euro (già qui parliamo di 2,3 miliardi) potrebbero essere messi in circolo e produrre effetti moltiplicativi disincagliando delle procedure arenate. 

Un’attenzione di questa natura non farebbe notizia, ma sicuramente gli effetti sociali ed economici non tarderebbero ad arrivare.



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Inserito da Simone Negri in Cesano - Lascia un commento prima dei tuoi amici - Stampa veloce crea pdf di questa news

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