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mercoledì 09 ottobre 2019 - 18:44:46

Presentazione Piano di Mandato 2019-2024



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Si dice che in funzione dell’età, cambi anche la dimensione del tempo e la percezione che abbiamo rispetto al suo passaggio. Forse così è un po’ anche a livello amministrativo: un lustro può essere infinito e ricco di iniziative e progetti, oppure può fluire in modo abbastanza insignificante e passivo.

Avendo alle spalle un mandato e sapendo di essere già immerso in uno nuovo, ho piena consapevolezza di quanto fin dai primi mesi si debba mettere al centro un notevole sforzo di pianificazione ed organizzativo. Rispetto al 2014 osserviamo un panorama amministrativo completamente diverso: non dobbiamo fronteggiare le pesanti emergenze che una dopo l’altra avevano affastellato l’inizio del mio primo mandato e il quadro in generale per gli enti locali si è stabilizzato. Abbiamo inoltre a disposizione strumenti - penso ad alcuni regolamenti rivisti recentemente ed al PGT - che nel medio periodo possono garantire vivacità e uno sviluppo armonico al tessuto urbano.


Siamo qui per completare quanto impostato in precedenza?
No, o quantomeno non solo. Questo piano di mandato è la testimonianza dello sforzo che abbiamo voluto compiere nello scrivere un programma elettorale che puntasse chiaramente ad innovare. 

Nei primi cinque anni, abbiamo dissodato il terreno e l’abbiamo preparato. Ora dobbiamo costruire la casa. O meglio, forse, come immagine più consona ai tempi e a ciò che vogliamo fare, siamo pronti a piantare alberi. 

Sono consapevole del fatto che si debba dare a questo mandato dei connotati piuttosto diversi rispetto al primo. C’è più spazio per la progettualità, siamo necessariamente meno schiacciati sul quotidiano per quanto una buona gestione sia comunque la base.

Dobbiamo battere strade nuove. Alla luce, questo è ovvio, della nostra identità, anche politica e di quelli che sono i valori di riferimento.

In questi giorni ho trovato diverse assonanze tra la descrizione che è stata fatta della sinistra portoghese che ha vinto le elezioni e il modello di governo che ho in mente e che credo sia anche stato tradotto nelle politiche locali in questi anni: una certosina revisione della spesa; il contenimento del debito; lotta senza quartiere all’evasione fiscale; grande attenzione alle fragilità sociali, alla politica dell’abitare e al benessere dei nostri cittadini. Al centro dei nostri sforzi ci sono e saranno sempre gli ultimi e i penultimi. E ci sarà sempre la scuola, che resta il migliore passaporto per il nostro futuro, come diceva Malcom X. Siamo inoltre convinti che una Cesano  aperta e plurale, che lascia spazio come è avvenuto in questi anni anche a chi è altro rispetto a noi, perfino nell’offerta culturale, sia più ricca.

In tutto ciò abbiamo esperienza di quanto l’incontro tra la cosa pubblica e la tecnologia (dall’efficientamento degli edifici alle videobollette per la TARI) possa essere felice e d’aiuto nel raggiungimento degli obiettivi che ci siamo prefissati. Non mi garba l’espressione di “sinistra post-ideologica” perchè la trovo contradditoria nei termini, ma semmai preferisco indicare il pragmatismo come riferimento nella soluzione delle più svariate questioni: a livello locale, nell’erogazione dei servizi, si possono adottare con successo modelli diversi, purché se ne abbia fermo il controllo pubblico e l’efficienza conseguente della macchina comunale.

Nulla vieta, comunque, che restando in questa cornice, si cambi lo spartito. Siamo convinti che vi sia la possibilità di far fare al nostro comune un ulteriore balzo in avanti nella sua vivibilità. Cesano ha ampie possibilità di crescere ancora, di alzare l’asticella. Questo processo passa dal riassetto urbanistico di alcuni nodi strategici, nell’ottica della Cesano policentrica, alla realizzazione di alcuni progetti di grande impatto, penso alla piscina e al polo scolastico di via Don Sturzo; allo sviluppo del sistema dei trasporti, dalla metropolitana alla navetta interna; alla riqualificazione di alcuni assi come la via Colombo e la via Grandi; agli interventi di sostenibilità ambientale, come la piantumazione di qualche migliaio di nuovi alberi all’efficientamento degli edifici. 

Parimenti c’è l’esigenza di irrubustire e rendere maggiormente organiche ed integrate le politiche sociali: dobbiamo ridisegnare il nostro approccio sul welfare con l’ambizione non solo di dare risposte efficaci ai problemi emergenti, ma di strutturare gli interventi affinché vi sia il tentativo anche di modellare l’assetto e la demografia della nostra comunità: politiche forti per l’infanzia e le famiglie sono il miglior viatico per poter arginare e contenere i problemi legati all’età avanzata della popolazione. Questa progettazione sociale per noi passa anche dal consolidamento del piano di zona, realtà che è cresciuta parecchio in questi ultimi anni di conduzione cesanese e che deve ambire a diventare sempre più il protagonista delle politiche di welfare su Cesano e sull’area vasta, rielaborando anche le modalità con cui si integra con i servizi resi dai singoli comuni.

Per quanto fin qui abbozzato, è necessaria visione e l’energia per impostare questo lavoro in maniera netta fin dal bilancio di previsione 2020, che deve segnare necessariamente un cambio di fase. Vuol dire reperire - o liberare - risorse oggi non disponibili, lavorare a nuovi progetti, portare a compimento altri che sono in corso e che devono finalmente dialogare tra loro (penso a fibra ottica e la parte “smart” dell’appalto sull’illuminazione pubblica). Serve chiaramente condivisione politica sulle scelte che chiedo alla maggioranza e pure alle forze che alle elezioni non erano schierate con noi. 

Insomma, c’è da macinare strada...




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Inserito da Simone Negri in Cesano - Lascia un commento prima dei tuoi amici - Stampa veloce crea pdf di questa news

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